Quartieri, Nocentini: Svilito il ruolo del Consiglio se la meta' dei suoi membri e' nell'esecutivo
Nel consiglio comunale di lunedi' la delibera sugli indirizzi programmatici per le partecipate

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 aprile 2005 00:37
Quartieri, Nocentini: Svilito il ruolo del Consiglio se la meta' dei suoi membri e' nell'esecutivo<BR>Nel consiglio comunale di lunedi' la delibera sugli indirizzi programmatici per le partecipate

Firenze, 09 Aprile 2005- La delibera sugli indirizzi programmatici per l'attività delle società partecipate. E quelle che dispongono la modifica dello statuto del Comune con l'aumento del numero delle commissioni permanenti dei Quartieri, portandole da sei a otto. Sono all'ordine del giorno del consiglio comunale di lunedì prossimo. In apertura di seduta sono previste tre comunicazioni della giunta: quella sull' "agenzia della mobilità", quella sulle "porte telematiche" e quella sulla "cessione delle sedi dell'Inps." Cinque le interrogazioni: una della capogruppo di Rifondazione Comunista Monica Sgherri e di altri consiglieri «sull'abbattimento abusivo di alberi area ex Campolmi», una del vicecapogruppo di Forza Italia Gabriele Toccafondi sulla pista dell'aeroporto di Peretola, quelle del capogruppo di Forza Italia Paolo Amato e di altri consiglieri su "Firenzeinsieme" e sull'incarico professionale all'architetto Mario Preti, quella di Gaia Checcuci (AN) sulla «chiusura da parte della Firenze Parcheggi dell'accesso al camminamento sulle mura storiche lungo viale Petrarca» e, infine, quella di Luca Pettini (Comunisti Italiani) e Gregorio Malavolti (DS) «sulle fontane a lato del nuovo sottopasso di viale Strozzi».

La seduta avrà inizio alle 15.30.

Questo il testo dell'intervento di Anna Nocentini, presidente della commissione affari istituzionali:
«All'ordine del giorno del Consiglio di lunedì ci sono due delibere che dispongono la modifica dello Statuto del Comune con l'aumento del numero delle commissioni permanenti dei Quartieri, portandole da sei a otto. Gli equilibri di maggioranza si reggono sulla presidenza di una commissione di quartiere: un collante assai misero. I quartieri stanno vivendo una condizione prossima all'atrofia: mentre i cittadini ancora vi fanno riferimento per numerose questioni, il rapporto con l'Amministrazione comunale è sempre più marcato dalla dipendenza e dalla mancanza di autonomia, dalla non attivazione di nuove deleghe e consolidamento delle attuali competenze.

La necessità di affrontare complessivamente la questione è emersa in tutti gli incontri che la Commissione Affari Istituzionali ha svolto con i Presidenti dei Quartieri e con l'Assessore Bevilacqua, nell'ìpotesi di un rilancio degli stessi come previsto anche nel programma del Sindaco. Né d'altronde si può ipotizzare un percorso di partecipazione dei cittadini, attraverso assemblee come anche si stanno svolgendo sul Piano strutturale, bypassando le forme istituzionali esistenti: un di più di democrazia si costruisce sulla base di cessione di sovranità e di riduzione dell'accentramento della capacità decisionale e di risorse, altrimenti diventa assemblearismo inefficace.

In questo quadro, in assenza di proposte e di ipotesi di lavoro complessivo presentate al Consiglio Comunale, la delibera che porta a otto il numero delle commissioni permanenti dei quartieri non solo non affronta nessun problema ma modifica il quadro di sistema, al punto da svuotare il valore del Consiglio di quartiere stesso: che senso ha più un Consiglio di 23 consiglieri guidato da un esecutivo di dieci di essi? Tanti infatti sarebbero i componenti dell'Ufficio di Presidenza, l'organismo che ha funzioni analoghe a quelle della giunta in Comune.

La rivitalizzazione dei Quartieri è senza dubbio una questione complessa, ma sulla quale c'è un impegno politico del Sindaco, impegno peraltro ineludibile se si vuole ragionare nell'ordine dell'area vasta, una dimensione sempre più necessaria nella gestione dei servizi. Infine, la complessità dovrebbe essere il pane della politica, non la scusa per sfuggire ad un impegno: ancora una volta sembra che non sapendo affrontare i problemi reali, torni più comodo cambiare le regole, adattare lo Statuto alle necessità contingenti e parziali e continuare a governare a vista.

Eppure ne abbiamo accumulate di esperienze analoghe in questi anni in nome della governabilità e della tenuta della maggioranza, e non hanno avuto esito felice».

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