Un'interrogazione in Provincia del consigliere dei Verdi Ragazzo, perché il Consorzio CAVET ha richiesto al Comune di Firenzuola la revoca dell'ordinanza che sospendeva l'accumulo di fanghi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 aprile 2005 14:29
Un'interrogazione in Provincia del consigliere dei Verdi Ragazzo, perché il Consorzio CAVET ha richiesto al Comune di Firenzuola la revoca dell'ordinanza che sospendeva l'accumulo di fanghi

Una interrogazione urgente è stata presentata in Provincia dal consigliere dei Verdi, Luca Ragazzo, alla notizia che il Consorzio CAVET ha richiesto al Comune di Firenzuola la revoca dell'ordinanza che sospendeva l'attività di accumulo di fanghi di lavaggio degli inerti nella cava di Monte Beni, al fine di poterne riprendere lo scarico.
Il consigliere dei Verdi chiede all'Amministrazione Provinciale "se ritenga che l'eventuale revoca della ordinanza del Comune di Firenzuola possa essere sufficiente per consentire la ripresa della attività di deposito di fanghi nella ex-cava di Monte Beni, da parte di CAVET, o se diversamente la ripresa dello scarico necessiti di essere sottoposta ad una nuova procedura autorizzativa, ed in questo caso quindi essere soggetta anche alla Valutazione di Impatto Ambientale ed alla Valutazione di Incidenza ai sensi della L.R.

56/2000 da parte della Provincia o di altra amministrazione".
"L'intervento di deposito dei fanghi risultava a suo tempo essere stato approvato dal Comune di Firenzuola quale ulteriore messa in sicurezza dell'area interessata dalla frana - ricorda il consigliere dei Verdi - ma nonostante la successiva sospensione del deposito dei fanghi, lo stato di emergenza a seguito di dissesto idrogeologico lo stato di emergenza, che era stato decretato fino al giugno 2004 non risulta essere stato ulteriormente prorogato; mentre la viabilità sulla ex Strada Statale n.65 della Futa è stata riaperta ed i nuclei familiari evacuati a titolo precauzionale sono potuti rientrare nelle proprie abitazioni;
"Per tale motivo, allo stato dei fatti, la ripresa della attività di scarico di fanghi all'interno della barriera paramassi non può essere considerata quale opera finalizzata alla messa in sicurezza, la cui realizzazione possa essere eseguita in deroga alle normali procedure autorizzative - è scritto nell'interrogazione - ne consegue pertanto che la richiesta di CAVET debba comunque essere sottoposta anche alle valutazioni previste dalle normative nazionali e regionali in materia di Valutazione di impatto Ambientale (VIA).
"la Legge Regionale 79/1998 che detta "Norme per l'applicazione della Valutazione di impatto Ambientale", infatti include i depositi di fanghi tra i progetti da sottoporre alla "fase di verifica di competenza della Provincia" - ricorda Luca Ragazzo - e poiché inoltre quello di Monte Beni è anche classificato quale Sito di Importanza Comunitario (SIC) ai sensi della Direttiva "Habitat" , assieme alla VIA occorre altresì provvedere alla preventiva "valutazione di incidenza" al fine di valutare gli effetti che detti interventi possono avere sul proposto SIC".
"Speriamo - conclude Ragazzo - che casi di dubbia legittimità come questi, non si ripetano nel futuro".

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