Sindrome di Nimby e processi decisionali partecipati

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 aprile 2005 18:42
Sindrome di Nimby e processi decisionali partecipati

Recentemente è entrata in vigore la Direttiva Europea sul l’accesso alle informazioni ambientali e sulla partecipazione ai processi decisionali dei cittadini, che indica chiaramente come il dialogo ed il coinvolgimento delle popolazioni siano l’unica strada praticabile per assumere decisioni sulle questioni ambientali.
Al contempo si sente sempre più spesso parlare della cosiddetta sindrome di Nimby (“Not In My Back Yard” ossia “non nel mio giardino”, “non sotto casa mia”).
Una etichetta che vuole descrivere quei casi in cui le comunità locali (o addirittura micro-locali) tendono facilmente a mobilitarsi contro progetti di interesse generale che percepiscono come una minaccia per i propri interessi o la propria identità.
Gli esempi che ogni giorno sono davanti ai nostri occhi sono numerosi: dalla banalissima collocazione del cassonetto per la raccolta dei rifiuti, al posizionamento di una fermata del bus, dalla realizzazione di una corsia preferenziale, all’installazione di una stazione radio base, per non parlare di interventi più complessi come quelli inerenti gli impianti di smaltimento di rifiuti, ecc.
Un tema quindi di grande attualità ed interesse per tutti coloro che si occupano di ambiente.

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