Uno spettro si aggira per Firenze: il futuro della città

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
31 marzo 2005 23:29
Uno spettro si aggira per Firenze: il futuro della città

"Uno spettro si aggira per Firenze -afferma un documento dei Comitati dei Cittadini di Firenze- ma non è un fantasma ideologico. È l’insofferenza e la sofferenza della città e dei cittadini. Andando per le strade, centrali e periferiche, leggendo sui giornali le cronache della vita cittadina, si ha l’idea sempre più netta di uno scollamento nelle prospettive, nei desideri, nel vissuto tra chi, cittadino tra i cittadini, dovrebbe in nome della comunità amministrarla, e la realtà molteplice e dinamica, fatta di persone e di cose, che costituisce quella comunità e la sua identità vitale.
La città sta per essere travolta e stravolta dalle grandi opere verso la modernità (totem indimostrato di questa Giunta) e quotidianamente vengono alla luce problemi, errori, sotterfugi, fragilità, sciatterie, mancanza di trasparenza.


Mentre l’assessore Biagi, il Sindaco, la Giunta e la maggioranza che li sostiene sono impegnati a testa bassa a far pagare ai cittadini gli errori compiuti nel progetto del Parcheggio della Fortezza dagli amministratori (e additati nel Parere del Comitato di Settore del Ministero), il vicesindaco e assessore alla mobilità Matulli presenta, a decisioni già prese e a cantieri già aperti (col sistema prediletto da questa Giunta), il modellino delle trasformazioni di Piazza Vittorio Veneto secondo il progetto che prevede l’attraversamento e lo snaturamento del grande parco storico delle Cascine (bene culturale tutelato da vincolo diretto) da parte dei vagoni sfreccianti della Tranvia.


Il Sindaco affronta un processo in cui deve rispondere del reato di danneggiamento di beni sottoposti a tutela storica artistica per l’abbattimento di 4 alberi della Fortezza deciso nonostante il parere contrario della Soprintendenza.
Sui grandi lavori di finanza di progetto di Firenze Mobilità abbiamo sentito spesso l’assessore all'urbanistica Biagi ripetere che si poteva fare meglio (ma non lo si è fatto); il suo dirigente capo dell'urbanistica appare sempre più al centro dei problemi che quotidianamente si manifestano.

Il Piano Strutturale, come emerge anche nei primi incontri di cosiddetta discussione partecipata, mostra gravissime carenze non giustificabili in uno strumento di questa importanza. E cosa dovrà accadere perché anche altri, oltre ai Comitati di Cittadini, chiedano le dimissioni di questi protagonisti?
Mentre, sotto l’etichetta della modernità crescono gli episodi di modestissima e provinciale architettura (dalle torrette in stile “Playmobil” che sovrastano lo svincolo “autostradale” davanti a piazza Caduti dei Lager al gabbiotto di accesso al parcheggio in Piazza Beccarla, alle panchine per marziani collocate in una delle più belle piazze poggiane), mentre il Centro Storico si svuota degli abitanti pressati dall’incontrollato aumento dei canoni d’affitto, mentre i piccoli negozi chiudono schiacciati dalla grande distribuzione protetta (e gli esercizi storici finiscono triturati dal luccichìo della moda), mentre il problema della Casa dilaga (ma nemmeno viene preso in considerazione nel Piano Strutturale del Comune), mille altri problemi si manifestano ed esplodono quotidianamente: dal previsto sfruttamento dell’area di San Salvi all’Ex Panificio Militare e a Villa Fabbricotti, da via del Sansovino e da Via Bronzino al Camping del Viale dei Colli, al Baluardo di Sant’Anna.
I cittadini denunciano violenze e manomissioni, studiano i problemi, propongono soluzioni alternative, chiedono una discussione aperta e la risposta è la sufficienza, l’arroganza, le promesse vane, il muro di gomma, spesso l’insulto.

Dagli eredi di una grande tradizione civile e democratica ci attenderemmo risposte diverse. E certo dalla base di quegli stessi partiti arrivano segnali di sensibilità diverse e di turbamento. Anche nel mondo economico, al di là delle posizioni della facile rendita, avanzano inquietudini e nuove perplessità.
E tutto questo non basta: con l’evidente intento (i fatti lo hanno dimostrato) di deviare il dibattito e il forte protagonismo dei cittadini consapevoli, il Sindaco ha creato un Assessorato alla Partecipazione e lo ha affidato a Cristina Bevilacqua con la collaborazione di Claudio Rossi – già tra gli affossatori, in nome della solidarietà senza se e senza ma col partito del Sindaco, dell’esperienza pre-elettorale unitaria del Forum per Firenze.

Il recentissimo caso di Sant’Ambrogio (con annesse balbettanti ultime dichiarazioni della Bevilacqua, a cui si ricorda che, a volte, ci si può anche dimettere: «io non sapevo che cosa si stava muovendo... il rischio è di fare a volte passi avanti e poi ritornare indietro... bisogna avviare un confronto coi cittadini...» – ma che cos’era allora la strombazzata Partecipazione messa in atto fino ad ora?) dimostra che nessuno nella Giunta e nella sua maggioranza è veramente interessato alla partecipazione, a meno che non la si intenda come fiaccamento dei cittadini attraverso la propaganda delle scelte già fatte, nella convinzione che basti farli sfogare con lamentazioni e proposte senza futuro in riunioni e riunioni, tanto poi ai fatti ci pensano (anzi ci hanno già pensato) loro.


Siamo consapevoli che la realtà della nostra città è estremamente complessa e che ogni sintesi e generalizzazione è per definizione parziale e nei confronti di alcuni ingiusta. Riteniamo tuttavia che nessuno (maggioranza o minoranza, esclusi o integrati, votanti o astenuti) possa oggi eludere una seria riflessione ampia e condivisa, moralmente libera, sulla gravità della situazione di Firenze. Riteniamo che sia arrivato il momento di iniziare un percorso sano e trasparente (non gestito dalla Giunta Comunale, ma pariteticamente dal Consiglio Comunale e dai cittadini attraverso i loro comitati) per discutere davvero il futuro e il senso di questa città e per dotarla progressivamente degli strumenti di una vera cittadinanza attiva.

Possiamo affidare questa città all’unica prospettiva (immaginata da chi?) di trasformazioni pesantissime (fuori da ogni controllo, come si è visto) per far diventare Firenze, finora composta di cittadini, di memoria storica, di identità condivise e di progetti vitali, uno “scenario per gli affari” – come recita la terribile pubblicità della partecipata comunale Firenze Fiera – che si faranno presumibilmente (e nemmeno certamente) attorno alle Fiere della Fortezza e ai parcheggi di Firenze-Parcheggi?"

"Qualcuno ha dimenticato la pacificazione bi-partizan Martini-Berlusconi del 18 aprile 2003? Il presidente new global della Regione Toscana rosso-verde firmava e magnificava insieme al leader del governo nazionale di centro-destra un accordo per la penetrazione di Firenze da parte di una linea ferroviaria sotterranea ad Alta Velocità (modello TAV) -afferma un documento dellAssociazione di volontariato Idra- Un accordo che solo le criticità ambientali e finanziarie hanno reso in parte inefficace fino ad oggi, per buona sorte di tutti noi.
Eppure si tratta di una intervento a cuore aperto in una delle capitali internazionali della cultura, i cui effetti vanno a interessare persino le province di Livorno e di Arezzo.

Un’opera il cui ultimo cronogramma ufficiale preannuncia 9 anni di lavori. E non è stato ancora trovato un posto in cui stoccare i milioni di metri cubi di terra di scavo, né quelli da cui trasportare i milioni di metri cubi di materiali da costruzione.
Intanto le gallerie del Mugello cominciano, prima ancora della fine della cantierizzazione, ad aver bisogno di interventi di rifacimento. Dai 2.100 miliardi iniziali di vecchie lire al 60% privati, la tratta appenninica AV è passata a costare oltre 10.000 miliardi interamente pubblici! Col corredo di danni ambientali irreversibili che tutti sappiamo.
E i Verdi? I tutori ufficiali dell’ambiente?
Anche l’assessore regionale all’Ambiente Tommaso Franci non risulta aver risposto (da mesi) alle domande che Idra gli ha formulato per iscritto sulle colossali emorragie idriche nelle falde del Mugello e sull’ultimo tassello del progetto di invasione AV di Firenze, lo scavalco ferroviario a tre piani fra Rifredi e Castello.
Insomma: non informare, decidere sulla testa dei cittadini, fare-le-cose-comunque appare essere la prima delle categorie politiche di questa unione progressista che vorrebbe accreditarsi come alternativa alla gioiosa macchina da guerra delle grandi opere del centro-destra." Idra si domanda: dov’è la differenza?

A seguito di battaglie intraprese al fianco dei cittadini, fortemente multati e poco informati, fin dal luglio 2004, il consigliere comunale di Forza Italia Jacopo Bianchi ha inoltrato una richiesta di intervento al Difensore Civico di Firenze relativamente alla questione delle multe elevate dalle Porte Telematiche cittadine; in tale istanza - dichiara Bianchi - inoltrata quando ancora non vi erano state le prime sentenze accolte dai Giudici di Pace di Firenze, è stato chiesto al Difensore Civico di pronunciarsi riguardo alla legittimità dell'Autorizzazione ministeriale che consente ai Comuni di poter utilizzare il video controllo su strada, Autorizzazione prevista dal Decreto Presidenziale 250 del 1999.
A fine marzo - continua il consigliere Bianchi - riceviamo la risposta del Difensore Civico, Dott.

Francesco Lococciolo, il quale, rilevando di aver abbondantemente trattato l'argomento anche nella propria Relazione al Consiglio Comunale dell'attività 2004 non manca di argomentare i dispositivi legislativi, sottolinea l'incongruenza di due date in particolare soggette al regime dell'irretroattività della Legge: l'Autorizzazione ricevuta dal Comune di Firenze in data 19 giugno 2003 e la Legge di modifica del Codice della Strada entrata in vigore nell'agosto 2003 che prevede la possibilità di video-controllare gli attraversamenti di corsie preferenziali.
Ma non si ferma qui - continua Bianchi - il Difensore Civico sottolinea anche come l'Autorizzazione, strumento previsto dalla nostra legislazione quale elemento determinante per poter ottenere il via libera dell'intervento istituzionale locale su materie di competenza statale, prevede che l'essenza stessa dell'atto autorizzativo sia costituita dalla descrizione degli obiettivi che l'amministrazione intende perseguire e dalle modalità di utilizzazione, obiettivi e modalità che non potevano essere previsti quando ancora non vi era neppure una minima previsione legislativa che potesse indicare la possibilità di rilevare contravvenzioni a distanza, infatti, - continua Bianchi - è proprio con la Legge dell'agosto 2003 che per la prima volta si parla della possibilità di elevare multe senza la necessità di personale di Polizia presente sul posto.
Il Dott.

Lococciolo, relativamente alla mancanza persistente di Autorizzazione o di atto integrativo equivalente, scrive: "L'Amministrazione comunale, al momento, non ha ritenuto di procedere all'integrazione e da recenti contatti avuti, non sembra intenzionata a farlo, ma, al fine di dare certezza, una volta per tutte, ai rapporti con i cittadini ed al fine anche di definire in maniera univoca situazioni altrimenti trattate in modo diverso che creano malcontento fra i medesimi, sarebbe stato utile provvedervi".
Occorre infine dire - conclude Bianchi - che anche se il Ministero dei Trasporti relativamente all'argomento dovesse esprimere un parere favorevole alla linea intrapresa dalla Giunta Domenici, resterebbe, questo, solo e semplicemente un parere, perché non si tratta di un organo legislativo ma tecnico, la vicenda che tocchiamo e le motivazioni che da sempre abbiamo addotto alla nostra richiesta di chiarimenti, vanno nella specificità legislativa, interessano l'irretroattività della Legge, il rispetto dei dispositivi di un atto regolamentativo Presidenziale successivo ad una Legge e che solo in ultimo si riflettono su un'Autorizzazione tecnica; un parere chiaro e definitivo potrà giungere solo da chi è preposto ad interpretare la Legge autenticamente.

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