Ma quanto costerà la tranvia?

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 febbraio 2005 14:46
Ma quanto costerà la tranvia?

di Francesco Mencaraglia *

Come RC di Scandicci non abbiamo nessun problema nel ritenere che quella che viene definita 'la cura del ferro' sia una ottima cura per la mobilità di area, anzi vorremmo che chi governa ne fosse altrettanto convinto perchè allora saremmo probabilmente un pezzo più avanti non solo sul tema tranvia, ma anche sul tema dell'uso metropolitano della ferrovia (provate a chiedere all'assessore regionale Conti da quanto tempo se ne parla).
Saremmo anche probabilmente un pezzo più avanti per operazioni (magari limitate) che stimolano l'uso delle pillole di ferro (pensate ad esempio alla sospirata passerella tra S.

Donnino e Badia a Settimo: al momento, ad anni dalla firma della convenzione con la TAV il solo dato certo è uno stanziamento pro memoria del comune di Campi).
I problemi che continuiamo ad avere sono quelli che esponemmo anni or sono quando il consiglio comunale di Scandicci approvò l'avvio delle pratiche per la tranvia. Problemi di mobilità d'area (quali sono le direzioni in cui si muove il flusso di traffico da e per Scandicci?). Quando fu discusso il tema tranvia ci si basava sui dati censuari del 1991 con alcuni aggiornamenti fatti dalla provincia e da essi risultava una notevole quantità di spostamenti da e per la piana (Sesto, Campi ..) a cui la tranvia così come progettata non dava risposta.

Sempre, quando fu discusso il tema, ottolineammo il fatto che in assenza di una chiaro programma di sviluppo urbanistico lungo l'asse della tranvia si correva il rischio di potenziare un effetto 'periferia' il che puntualmente vediamo lungo l'asse Viale Nenni/Moro (fast food, distributori di carburante, depositi per la vendita di automobili, edificazione econonomica di qualità certamente non alta). Insomma tutti i dubbi espressi allora circa lo sviluppo attorno alla tranvia (e non sulla tranvia in sè) sono puntualmente confermati e sarebbe atto di coraggio da parte della maggioranza (ma non ci attendiamo tanto) dimostrare che quanto affermò allora ha trovato realizzazione.
Ci sono poi alcune altre considerazioni che glissano dietro le grancasse della tranvia e su cui ieri avevamo invitato (inutilmente) la maggioranza ad esprimere un giudizio.

Ne cito un paio. Quando il progetto venne approvato era corredato di un suo piano economico preciso. Col passare del tempo il piano economico si è modificato, ma la cosa non è stata troppo pubblicizzata: nel caso di Scandicci ad esempio abbiamo già un extra costo di 2.000.000 (due milioni) di euro nel 2006 tramite mutuo che andrebbero rapportati alla spesa inizialmente prevista (è un esercizio che lascio al lettore). E non è detto che bastino perchè se si leggono attentamente le delibere ci sono accenni ad ulteriori necessità non meglio definite (tabella D opere connesse).
Dunque costi in crescita (con vari appetiti: non bastando TAV, ITALFERR, società di progetto, ATAF e chi più ne ha più ne metta, adesso arrivani i consulenti da 200.000 euro), mancato (o, per essere gentili, insufficiente) inquadramento in un piano di mobilità globale (quali saranno gli adduttori? Quali saranno i costi degli adduttori?).

* Consigliere comunale a Scandicci per il Partito della Rifondazione Comunista

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