Mondiali, Pattinaggio a rotelle velocità: incontri e pensieri

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 settembre 2004 17:28
Mondiali, Pattinaggio a rotelle velocità: incontri e pensieri

(da L'Aquila l'inviato Luca Pisano):Girando per i vari stand che sono a ridosso dell'impianto sportivo aquilano, scopri che una parte di mondo è qui,in pochi metri.Lingue che si rincorrono, atleti che si scambiano opinioni sul modo di allenarsi ma anche di vita, di origini, di sogni. E anche noi incontriamo colleghi che interpretano la professione come e in modo diverso da noi. Uno spettacolo, ad esempio, seguire la telecronaca dei giornalisti colombiani che in diretta tv raccontano le gesta dei loro ragazzi.

La Colombia che ha un ritardo di cinque ore dall'Italia, vive le emozioni, dunque, nel tardo pomeriggio(le gare in Italia iniziano alle 21,00).Emozioni che sono vissute grazie anche alla bravura dei due telecronisti. Non raccontano, volano sulle parole, lanciate come se partecipassero ad una gara dei 100 metri e quando un loro atleta arriva per primo(è capitato ben otto volte) impazziscono dalla gioia, danzano di felicità ed insieme a loro è facile immaginare anche l'euforia che colpirà tutta la Colombia, capace di scendere in piazza ed esultare per questi trionfi.

E già perche a Bogotà e in tutto il paese i pattini sono una religione ed insieme al calcio costituiscono i sogni di tanti.Mentre la Colombia sogna altre vittorie, mentre l'Italia attende acuti come del resto gli Stati Uniti e mentre la Corea del Sud inizia a dimostrare la sua forza, penso a quanto sia strana e particolare la vita. Qui capace di sognare medaglie, di raccontare storie di felicità e piccoli dolori sportivi mentre intanto a qualche migliaia di km, in Ossezia, si narra delle atrocità della vita, di bambini uccisi con colpi alle spalle, di donne giustiziate per un pianto, di altre donne, le vedove nere, che immolandosi portano nel mondo senza confini altre persone.

Qui si canta agli inni, si applaude chi ha vinto, si stringono mani e si fanno complimenti,qui la vita prosegue e ci strizza l'occhio, da altre parti la vita si spezza, cantilene e pianti "ornano" i tanti funerali. Però, come si dice sempre, bisogna andare avanti. E' vero, tutto prosegue, ma di fronte al dolore, anche se lontano migliaia di km, di fronte a simili tragedie anche qui, dentro noi, qualcosa cambia. La vita che strizza l'occhio può essere breve, per questo, certamente, va vissuta, però non è possibile dimenticare le storie tristi, atroci che altri colleghi ci narrano da paesi lontani. Non sempre il circo va avanti chiudendo gli occhi.

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