Sgombero in via Capponi
L'assessore De Siervo convoca un tavolo politico-tecnico

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 agosto 2004 18:35
Sgombero in via Capponi<BR>L'assessore De Siervo convoca un tavolo politico-tecnico

Lo sgombero è stato eseguito: questa mattina alle 7 in Via Capponi c'erano già le camionette ed i blindati di Carabinieri e Polizia. Uno schieramento di forze imponente, come è d'uso ultimamente in situazioni di questo tipo. Le trattative che si sono svolte tra il Movimento di lotta per la casa ed il capo della digos Benedetti, non hanno lasciato spazio a compromessi. "Alle 11 lo stabile deve essere sgomberato" e così è stato. Alle 9 è arrivata l'assessore alle politiche sociali del comune di Firenze, Lucia de Siervo insieme al dirigente che si occupa delle politiche sociali.

L'assessore ha dichiarato che la politica del comune di Firenze è forte e chiara in questo senso : "Piena solidarietà ed impegno sul tema dei rifugiati, come dimostra l'adesione del comune al progetto asilo ed al PNA e l'impegno, anche in termini economici della struttura di Villa Pierangoli, dove trovano posto 55 richiedenti asilo".
Al comune, così come alla prefettura è stata chiesta dai Somali, dal movimento di lotta per la casa e dalle associazioni intervenute questa mattina in Via Capponi una soluzione pratica all'emergenza.

Ma Sgombrata via Capponi, che come soluzione non era certo dignitosa non rimangono che i giardinetti per i somali. "Non abbiamo nessuna soluzione entro le 11 di questa mattina" ha dichiarato l'assessore "non sapevamo nemmeno dello sgombero, appena siamo stati avvertiti ci siamo precipitati qui". L'assessore Lucia De Siervo si è impegnata a convocare un tavolo politico-tecnico per l'emergenza somali degli altri comuni dell'area vasta e le associazioni per trovare una soluzione entro una settimana.

Nel frattempo i somali, con i loro materassi e pochi bagagli, sono stati trasferiti grazie a due pullman messi a disposizione dalla prefettura, nella scuola occupata di Viale Guidoni. "Non è una soluzione accettabile. E' assurdo che non ci siano soluzioni se non al di fuori della legalità per dei richiedenti asilo cui l'Italia dovrebbe fornire accoglienza" ha detto Lorenzo Bargellini del movimento di lotta per la casa. "Queste persone sono tutte in regola con il permesso di soggiorno ed avrebbero diritto ad una sistemazione dignitosa come previsto dalle convenzioni internazionali alle quali l'Italia aderisce".

Per il momento invece, l'unico posto in cui possono andare i Somali, ma anche gli altri richiedenti asilo, sono le case occupate del movimento di lotta per la casa. "La situazione è di emergenza, ieri abbiamo lasciato il Salviatino dove vivevano da un anno cento persone. Adesso stanno tutte nella scuola di viale guidoni, non c'è posto anche per i 68 somali" denuncia ancora Lorenzo Bargellini che da anni vive in prima persona i problemi di chi non ha un tetto sulla testa. "Non abbiamo bisogno di occuparci anche di questo, ma comunque lo facciamo".

Una risposta dalla base si trova sempre. Anche se è una triste consolazione constatare che la solidarietà e l'umanità di cittadini movimenti ed associazioni è l'unica risposta ad un problema, quello dei richiedenti asilo, che meriterebbe risposte ben differenti da istituzioni locali e nazionali.

Roberto Deri Fotogiornalista freelance

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