Il professor Giorgio Galanti presenta a Florence Heart i primi test sul nuovo metodo diagnostico che scopre le cardiopatie nascoste: “Così potremo fare sport in sicurezza”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 febbraio 2004 13:19
Il professor Giorgio Galanti presenta a Florence Heart i primi test sul nuovo metodo diagnostico che scopre le cardiopatie nascoste: “Così potremo fare sport in sicurezza”

Firenze – Si trova ancora nella fase preliminare, ma sta dando risultati eccellenti un nuovo metodo diagnostico per scoprire i soggetti a rischio di morte improvvisa messo a punto dai cardiologi specialisti di medicina dello sport Giorgio Galanti (Università di Firenze) e Francesco Furlanello (consulente dell’Istituto Policlinico S. Donato di Milano).
Ne ha dato notizia lo stesso professor Galanti intervenendo oggi al congresso Florence Heart 2004 che riunisce a Firenze i più importanti cardiologi italiani ed europei.

Lo studio sarà presto pubblicato negli Stati Uniti. Se le aspettative saranno confermate una volta sperimentato su un campione statisticamente significativo, il metodo potrà essere divulgato e consentirà di individuare cardiopatie nascoste o potenziali.
Sarà così possibile evitare il ripetersi di casi tragici come quello del calciatore perugino Curi o come quello recentissimo dell’atleta del Benefica Feher, ma soprattutto i non pochi episodi simili soprattutto tra le fila crescenti dei dilettanti e degli sportivi occasionali.
Domani, ultima giornata di Florence Heart, Galanti presenterà una relazione per dare conto dei progressi della sperimentazione.

“Finora”, dice, “su 3000 persone sofferenti di cardiopatie abbiamo fatto uno screening su un centinaio di individui con risultati davvero buoni. Ma per ottenere vere certezze occorrono numeri maggiori, almeno 500 pazienti”. Il metodo, alla cui elaborazione ha collaborato il medico fiorentino Paolo Mariotti, consiste in una prova da sforzo per la valutazione della microalternanza dell’Onda T, un’onda presente in tutti gli elettrocardiogrammi e, a seconda di come si manifesta, si può predire se il paziente è soggetto o meno a aritmie mortali.
“Questo lavoro”, spiega Galanti, “ha due obiettivi: da un lato mettere in guardia i soggetti a rischio, dall’altro consentire ai cardiopatici di fare attività sportiva in sicurezza”.
Si tratta in effetti di un problema socialmente molto rilevante.

In Italia fanno sport a vario titolo circa 24 milioni di persone, soprattutto a livello competitivo o agonistico. Aumenta costantemente, peraltro, la quota degli anziani, ovvero di persone tendenzialmente affette da problemi cardiovascolari esposte, di conseguenza, anche ad aritmie gravi o infarto.
“C’è anche il fatto”, ricorda Galanti, “che molti cominciano a fare sport a 40 anni. Queste persone farebbero bene a consultare un medico sportivo per accertare se esistono patologie in atto, capire quale sport praticare e come, se vale la pena restare sotto osservazione e per quanto tempo.

Il problema più importante, al quale questo nuovo metodo diagnostico intende rispondere, è quello di individuare i soggetti a rischio di morte improvvisa dovuta, nel 95% dei casi, ad aritmie maligne”.
Galanti, come noto, è il medico della Fiorentina. Furlanello e la sua équipe studiano le aritmie degli atleti, in totale 2.692, maschi e femmine, italiani e non, età media 21,5 anni, tutti con problemi tali da metterne a rischio la carriera. 56 i casi di arresto cardiaco in allenamento e in competizione, con 23 decessi per morte improvvisa e 33 resuscitati.

Nel numero anche 207 atleti di élite protagonisti anche a livello olimpico e mondiale in 32 diverse discipline. L’aspetto singolare è che 85 di essi presentavano un’anomalia cardiaca importante e che 94 (45,4%) sono stati per questo dichiarati non idonei all’attività agonistica. Ben 11 (5,3%) i casi di arresto cardiaco in questo gruppo: 5 le morti improvvise (2.4%), 6 i resuscitati (2,9%). Tra i decessi più clamorosi il calciatore Curi del Perugia, i cestisti Usa Hank Gathers e Reggie Lewis, il campione di hockey Dal Lago, il nazionale del Senegal Foe e il giocatore del Benefica Feher.

Collegamenti
In evidenza