Decreto sul lavoro, la Regione ricorre alla Consulta
A Palazzo Bastogi incontro tra Martini e i sindacati confederali

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 dicembre 2003 07:25
Decreto sul lavoro, la Regione ricorre alla Consulta<BR>A Palazzo Bastogi incontro tra Martini e i sindacati confederali

FIRENZE - La Regione Toscana farà ricorso alla Corte Costituzionale contro il decreto emanato dal governo nel settembre scorso (il numero 276, del 10 settembre 2003) in attuazione delle deleghe in materia di occupazione e mercato del lavoro.
Il decreto è in pratica lo strumento operativo per l'applicazione effettiva della legge 30, meglio conosciuta come legge Biagi, che come è noto delega al governo la definizione di nuove norme in materia di occupazione e mercato del lavoro.
Il decreto, come già la legge 30 del febbraio 2003, verrà impugnato dalla Regione Toscana perché lesivo delle competenze che la Costituzione attribuisce alle Regioni per quanto riguarda tutela e sicurezza del lavoro e la formazione professionale.

In particolare viene sollevata la questione di legittimità a proposito del mantenimento, previsto dal decreto, delle funzioni amministrative alle Province. Una norma, questa, che secondo la Regione Toscana appare in contrasto con una corretta attuazione del nuovo Titolo V della Costituzione che imporrebbe che i principi regolatori della materia fossero dettati dal legislatore direttamente alle Regioni le quali poi, a loro volta, delegano le competenze in attuazione del principio di sussidiarietà.
Un confronto ad ampio raggio sulla situazione economica toscana e sulle principali scadenze istituzionali previste nei prossimi mesi.

E’ questo in sintesi il contenuto dell’incontro svoltasi ieri mattina a Palazzo Bastogi tra il presidente della Regione Toscana Claudio Martini e i segretari dei sindacati confederali Luciano Silvestri (Cgil), Gianni Salvadori (Cisl) e Vito Marchiani (Uil). Martini ha ribadito la sua valutazione sul recente accordo siglato tra i sindacati e Confindustria nel quale sono state indicate le priorità condivise in materia di politiche per l’innovazione, credito, formazione e infrastrutture: “Il mio giudizio è positivo – ha detto – soprattutto perché avete scelto la strada del dialogo e dell’intesa.

Adesso la giunta ne valuterà il merito e le proposte specifiche”. La stessa strada, ha aggiunto Martini, dovrà condurci nei prossimi mesi all’aggiornamento del Patto per l’occupazione e lo sviluppo, grazie al quale da sette anni la Toscana vive l’esperienza della concertazione tra istituzioni e parti sociali. Patto che - ha spiegato Martini – dovrà essere aggiornato, sulla base dei cambiamenti nello scenario socio-economico intercorsi negli ultimi anni e delle esperienze sin qui acquisite.

Nel corso dell’incontro il presidente ha inoltre illustrato alcune delle principali iniziative di riforma previste dalla Regione nei prossimi mesi: dalla legge sui servizi pubblici a quella sulla finanza locale, dalla nuova legge 5 sul territorio all’aggiornamento del piano energetico. I rappresentanti dei sindacati confederali, da parte loro, hanno innanzitutto evidenziato come la situazione economica generale, specie l’export, mantenga una fase di criticità; proprio per questo, ai fini di sostenere la competitività del sistema Toscana, hanno indicato l’esigenza di concentrare le azioni su alcuni punti chiave: la qualità del lavoro, la formazione, l’innovazione, la ricerca.

Inoltre hanno evidenziato i passi avanti della strategia della concertazione: dopo l’accordo con Confindustria, e in vista dell’aggiornamento del Patto per la Toscana, sono stati aperti altri due tavoli, con le categorie artigiane e con la lega delle Cooperative.

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