Approvata la delibera sulla "Società della Salute"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 novembre 2003 19:10
Approvata la delibera sulla

Oggi si è svolto il dibattito sulla Società della salute in consiglio comunale. L'assessore alle politiche sociosanitarie Graziano Cioni ha illustrato la delibera sulla costituzione del consorzio "Società della salute", poi approvata con 26 voti favorevoli e 8 contrari. Due consiglieri, Giovanni Orlandini e Antonio Gerardo Andriulli (Alleanza Nazionale) si sono astenuti.
Ecco il testo della relazione dell'assessore Cioni.
Il 7 febbraio del 2002 il consiglio comunale di Firenze approvava una mozione nella quale si invitava il Sindaco a predisporre gli atti per candidare Firenze alla sperimentazione della Società della salute.

Oggi abbiamo all'ordine del giorno la delibera chiesta dal consiglio comunale. Arriviamo in consiglio comunale dopo aver incontrato le due commissioni consiliari competenti, dopo una larga consultazione con 156 Associazioni del volontariato e del terzo settore che ci hanno aiutato a costruire il progetto di sperimentazione; dopo un'assemblea convocata dall'Ordine dei Medici; dopo un incontro con i Medici di Medicina Generale e i Pediatri di libera scelta; dopo la concertazione con le Organizzazioni Sindacali Confederali e di categoria che vedono accolte gran parte delle loro osservazioni, oggi tradotte in emendamenti, tese a definire il coinvolgimento e la partecipazione dei lavoratori nella fase della programmazione e nel monitoraggio della sperimentazione della Società della salute.

Tutto il processo è stato condotto congiuntamente all'Azienda Sanitaria di Firenze, che è stata e sarà partner indispensabile ed affidabile. In questo larghissimo giro di consultazione abbiamo trovato condivisione ed entusiasmo nella gran parte dei nostri interlocutori, come abbiamo registrato alcuni dissensi che vogliamo leggere come contributo critico a questo percorso. Siamo di fronte a una grande riforma e il destino delle grandi riforme è quello di non avere soltanto consensi.
L'atto in approvazione oggi è per il consiglio comunale un evento di portata eccezionale.

Si raccoglie la "sfida" culturale e organizzativa prevista nel Piano sanitario regionale 2002/2004. In questo modo il consiglio comunale si riappropria della responsabilità e della titolarità delle politiche della salute dei cittadini sul proprio territorio E' in questa sede che si discuteranno e si voteranno gli atti fondamentali della Società della salute: dal bilancio al piano attuativo locale. Sarà infatti il consiglio comunale a vigilare con i propri organi sul rispetto delle linee programmatiche, degli indirizzi, sugli atti di governo della Società della salute.

Finisce la separatezza degli ambiti che escludeva il consiglio comunale dalle politiche sanitarie, fino ad oggi erano di competenza esclusiva dell'Azienda sanitaria e della Regione. Con la Società della salute diventa centrale il sistema degli enti locali nella tutela della salute dei cittadini. E si restituisce ai comuni il pieno coinvolgimento nel governo della sanità e delle prestazioni sociali in un rapporto di programmazione sempre più stretto fra Regione ed enti locali.
Do per letta la delibera con i suoi allegati, per cui mi soffermerò solo su alcuni aspetti.

Desidero però sottolineare che i documenti sono il frutto di un grande lavoro compiuto da gruppi tecnici integrati, costituiti da dirigenti e collaboratori del Comune e dell'Azienda sanitaria, cui - anche a nome della direzione dell'Azienda sanitaria fiorentina - rivolgo un cordiale ringraziamento e apprezzamento.
Il Piano Sanitario Regionale 2002/2004 si pone tre grandi obiettivi:
1) il miglioramento dello stato di salute e di benessere dei cittadini
2) la soddisfazione e la partecipazione del cittadino
3) l'efficienza e la sostenibilità del sistema
Come ci arriva? Prima di tutto con politiche integrate sia a livello regionale che locale; e ancora con un modello di salute basato sulla responsabilizzazione dell'intera comunità, sulla partecipazione diffusa dei soggetti pubblici e privati, sul coinvolgimento dei cittadini e delle istituzioni nelle decisioni.

Da non dimenticare poi le politiche di salute non esclusivamente affidate al sistema sanitario e il superamento della separatezza del sanitario dalle complessive scelte di sviluppo.
Per centrare questi obiettivi, il Piano sanitario regionale ritiene fondamentale:
- la centralità degli enti locali
- la concertazione a tutti i livelli
istituzionali con i soggetti del Terzo settore
In Toscana l'universalità e l'uguaglianza nell'accesso, la politica degli "stessi diritti per tutti", valori su cui si fonda il sistema sanitario, passano dalla programmazione pubblica, che si avvale del contributo del Terzo settore, della sussidiarietà orizzontale e verticale, del coinvolgimento della comunità.

In altre parti del Paese, la programmazione la fa esclusivamente il mercato e i risultati non sono comparabili. Siamo fra le poche Regioni che hanno un bilancio a pareggio con un alto livello di prestazioni sociali e sanitarie.
Lo stato di salute dei nostri cittadini di Firenze, in particolare, e dei toscani in generale è giudicato buono dalle rilevazioni nazionali. Le statistiche ci dicono che a Firenze si vive più a lungo, ben due anni in più. L'estate killer nella nostra città ha provocato un aumento della mortalità negli anziani pari al 7,9%, contro il 21,1 di Milano, il 31,5 di Torino, il 18,2 di Bologna, il 32,7 di Trento e il 28,1 di Bolzano (dati del Ministero della Salute).

Una percentuale relativamente bassa che trova una spiegazione nella rete di protezione pubblica e privata che vede al centro proprio l'anziano. Da alcuni mesi l'Azienda sanitaria ha preso iniziative di grande valore quali il CUP e la nuova centrale del 118. E a confermare la situazione ci sono i dati delle due ricerche presentate il 4 novembre proprio nel Salone dei Duegento. Due studi distinti, presentati dalla dottoressa Eva Buiatti dell'Osservatorio di Epidemiologia dell'Agenzia Regionale della Sanità e dal professor Casini dell'Università di Firenze, che dimostrano uno stato di salute buono pur sottolineando che si può migliorare.


La Società della salute si pone quindi su questa linea: migliorare le condizioni di salute e di benessere dei cittadini. Ma che cosa è la Società della salute? Prima di tutto la concretizzazione di un concetto nuovo e rivoluzionario sul piano culturale: ovvero il passaggio dalla sanità alla salute. E ancora un modello organizzativo territoriale per "leggere" meglio i bisogni dei cittadini: la lettura dei bisogni è fondamentale ai fini della programmazione e della appropriatezza nella risposta.

Ma la Società della salute è anche un modello che entra in un sistema a rete con le aziende ospedaliere e l'Area Vasta e si muove per obiettivi di salute. La Società della salute rappresenta anche il governo unitario della risposta sociosanitaria e diventa l'unico erogatore dei servizi socio-sanitari sul territorio. Infine, per bandire le interpretazioni, è un consorzio pubblico oggi, nella sperimentazione, e domani a regime come previsto nello Statuto
Ma cosa si propone la Società della salute? Quali le novità più importanti? Il primo obiettivo è dare risposte integrate ai bisogni della popolazione che sono sempre di più bisogni socio-sanitari; in secondo luogo dare vita a percorso integrato, sulla persona, che va dall'intervento sanitario alle azioni di protezione sociale.

Ma anche mettere in campo un governo unitario della risposta ai bisogni dei cittadini invece di due sportelli separati. Anziani, disabili, malati terminali, persone affette da morbo di Parkinson o di Alzheimer, pazienti con particolari problemi ortopedici non coperti da dimissioni programmate esigono risposte sanitarie e sociali contemporaneamente.
A Firenze questa integrazione non ha alternative a causa della situazione peculiare: siamo un città caratterizzata da una popolazione sempre più anziana dove la famiglia svolge sempre meno il ruolo di primo baluardo dell'assistenza.

Il 24% della popolazione fiorentina ha più di 65 anni: si tratta di quasi 100mila persone. Tra questi circa 30mila vivono soli e oltre 10mila hanno più di 85 anni. A questo si aggiunge la trasformazione della famiglia: ormai la famiglia media è composta da appena 2,1 persone. Addirittura il 42% dei nuclei familiari è composta da una sola persona. Questo significa che viene meno il tradizionale ruolo della famiglia quale prima assistenza degli anziani. Ecco che diventa fondamentale l'integrazione tra servizi sociali e sanitari.

Ma la città vede anche situazioni di povertà estrema: sono oltre 1000 i senza fissa dimora. Numeri e problemi da area metropolitana e che sono il risultato dell'attrazione esercitata da Firenze. Già con l'Accordo di Programma tra Comune e Azienda sanitaria fiorentina abbiamo avviato l'integrazione di alcuni servizi con buoni risultati. Ma quello che due anni fa è stato fatto come valore aggiunto, con la Società della salute diventa strutturale.
L'altro grande elemento di novità contenuto nella Società della salute è il Piano Integrato di Salute, ovvero la capacità di promuovere salute per obiettivi di salute.

E' oramai acquisita la consapevolezza che l'85% dei fattori che determinano la salute del cittadino non sono sanitari. La salute si promuove quindi intervenendo sugli stili di vita, sull'alimentazione, sull'uso corretto del territorio, sulla prevenzione degli incidenti (lavoro, stradali, domestici), promuovendo le stessa medicine non convenzionali. Ecco che quindi governo della Società della salutre, attraverso lo strumento programmatorio del Piano Integrato di Salute, coinvolge gli attori sociali e sanitari ma anche altri soggetti, quelli cioè che si occupano di ambiente, urbanistica, casa, mobilità e via dicendo.

In questa ottica verrà introdotto formalmente - nella procedura di approvazione di qualsiasi strumento programmatorio comunale, generale o di settore - un momento valutativo calibrato sui bisogni di salute dei cittadini: la valutazione di impatto di salute. Per questo nel governo della Società della salute sono previsti fino a cinque assessori con deleghe attinenti e i cinque presidenti di Quartiere.
Ma la Società della salute comporta anche il coinvolgimento nella programmazione i soggetti della comunità che sono rappresentativi della stessa.

Un coinvolgimento che avviene attraverso la concertazione con le organizzazioni sindacali territoriali; attraverso la consulta con il Terzo Settore (volontariato, associazionismo, cooperazione sociale); attraverso un comitato di partecipazione fatto con le associazioni dei consumatori e di tutela del cittadino con poteri di garanzia. E inoltre previsto uno spazio e un ruolo specifico per il volontariato che è chiamato a far parte dello staff direzionale. Importante è anche il ruolo dei medici di medicina generale nella programmazione e nella gestione della Società della salute.

I medici di Medicina Generale sono infatti rappresentati nello staff di direzione e nell'esecutivo di detto staff e sono presenti al tavolo dove si elabora e si propone il Piano Integrato di salute. Da non dimenticare poi i produttori privati che, nella realtà toscana e fiorentina, sono una risorsa del sistema sanitario assistenziale e sono chiamati a concorrere sinergicamente alla realizzazione della programmazione pubblica.
La Società della salute serve per costruire - attraverso i protocolli previsti - il rapporto di continuità fra ospedale e territorio, dove oggi non c'è.

Inoltre avrò un sistema di monitoraggio permanente per la valutazione delle prestazioni e dei loro risultati in modo da poter intervenire per una migliore allocazione delle risorse e una programmazione mirata.
Quali sono i vantaggi per il cittadino dalla Società della salute? Sicuramente la presenza di una prevenzione a tutto campo che punta alla riduzione delle occasioni di ammalarsi, e la possibilità di rivolgersi a sportelli unici per accedere ai servizi sociali e sanitari; ma anche avere percorsi integrati fra territorio e ospedale per garantire dimissioni seguite sul territorio.

Da non dimenticare poi il diverso rapporto "strutturato" fra medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e rete ospedaliera; la semplificazione dell'accesso e quindi l'ottimizzazione dei servizi che rappresenteranno la vera sfida della Società della salute alle liste di attesa. E infine poter contare su una migliore lettura del bisogno e un controllo partecipato della risposta. Dove c'è la scritta Società della salute, sarà il punto dove il cittadino viene preso in carico per il suo intero percorso socio-assistenziale e sanitario.
Abbiamo davanti due anni di sperimentazione: ci muoveremo prioritariamente su due grandi emergenze - gli anziani e i disabili Nel periodo della sperimentazione alla Società della salute competeranno governo e controllo, indirizzi e programmazione Il personale rimane assegnato giuridicamente ed economicamente ai rispettivi Enti di appartenenza, cioè al Comune e alla Azienda Sanitaria di Firenze.

Al direttore della Società della salute, che si avvarrà dello staff direzionale e del collegio dei direttori dei due enti, spetterà il compito di garantire che la gestione segua gli indirizzi programmatici".
Queste le dichiarazioni del capogruppo dei Verdi Alessio Papini, di Giovanni Varrasi (portavoce fiorentino), Mauro Romanelli (portavoce provinciale) e Gioachino Allasia, responsabile sanità dei Verdi Firenze sulla delibvera che riguarda la "Società della Salute":
«I Verdi di Firenze hanno seguito con molta attenzione l'istituzione della Società della Salute.

Abbiamo partecipato attivamente anche al cambiamento di orizzonte da modelli gestionali troppo aziendalistici. E' un elemento positivo essenziale la valutazione della Salute come qualcosa di più della somma delle cure ospedaliere e dei modelli sociali e sanitari, la valorizzazione dei concetti di " bisogno" e "appropriatezza della risposta" che sono tratti dalle culture specialiste più moderne e democratiche. Sulla Società della Salute siamo intenzionati seriamente, come è nella prassi dei Verdi, a porre grande attenzione all' evolversi della sua realizzazione pratica verso i cittadini, soprattutto quelli più bisognosi e sofferenti.

Una preoccupazione riguarda il rischio di una sproporzione, da approfondire, tra fondi dedicati alle strutture pubbliche e private per anziani e risorse da destinare a una migliore qualità della vita in ambiti familiari o parafamiliari. Vorremmo che la Società della Salute si caretterizzasse per una forte accelerazione sulle politiche della prevenzione e della promozione della Salute, tracciando così un miglioramento netto sul passato. Sulla Società della Salute alcuni punti sono stati ritenuti prioritari per i Verdi ed è un elemento dirimente per il nostro consenso che le nostre proposte siano state accolte in un documento (ordine del giorno) di maggioranza e recepito dall'Assessore alla Sanità del Comune di Firenze.

Le proposte dei Verdi hanno riguardato i seguenti temi:
1)La valorizzazione delle medicine complementari, le pratiche olistiche e bionaturali molto richieste dai cittadini come la fitoterapia, medicina omeopatica, la naturopatia, lo shiatsu, lo yoga, ecc.
2)Un maggior coinvolgimento degli operatori sanitari (medici di base, ospedalieri, infermieri, assistenti sociali): ci sembra importante un loro maggiore coinvolgimento nella programmazione degli obiettivi della Società della Salute
3)La diffusione dello strumento della valutazione di impatto di salute per le importanti scelte politche delle amministrazioni, dalle scelte urbanistiche, a quelle sul traffico e mobilità, alla gestione dei rifiuti e dei servizi idrici ecc.


4)A investire nella formazione del personale, in una fase di realizzazione del consorzio, che dovrà interpretare i bisogni degli utenti, non riconducendoli immediatamente a ottiche strettamente assistenziali e sanitarie per dare risposte concrete e complesse a bisogni esistenziali. Particolare interesse poniamo rispetto alla prevenzione delle malattie mentali, ai bisogni abitativi e di affettività degli anziani, al rapporto tra salute e ambiente.
5)Il coinvolgimento nell'organo di governo della Società della Salute della massima varietà possibile di competenze e culture per evitare assetti troppo monocratici».

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