Controeconomia ed open economy. I libri di Domenico De Simone.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 ottobre 2003 11:12
Controeconomia ed open economy. I libri di Domenico De Simone.

La comparsa sulla scena mondiale del movimento no-global ha portato alla luce, in questi anni, un vasto arcipelago di esperienze e teorie preesistenti, però marginali rispetto al panorama culturale internazionale dominante.
Una corrente che ha accompagnato, in modo defilato, le dottrine economiche nella loro storia degli ultimi due secoli è quella dell'economia alternativa: si tratta di pensatori poco conosciuti, non catalogabili in una teoria economica comune, che con sensibilità diverse hanno cercato di combattere il pensiero economico dominante.

Si pensi al più conosciuto, l'economista rumeno Georgescu-Roegen, che contestò l'assunto marginalista dell'utilità attraverso l'applicazione all'economia delle leggi fisiche della termodinamica.
Un esponente nostrano della contro-economia è Domenico De Simone: si definisce un pensatore libertario che si richiama al movimento no-global, senza etichette politiche.
La sua teoria suggestiva parte dall'assunto, esattamente opposto a quello della scienza economica, che il concetto di scarsità viene formulato in funzione degli interessi di chi controlla i mezzi di produzione.

Nel momento in cui si definisce scarso un bene, questo acquisisce un valore economico ed entra nel circuito produzione-commercializzazione-profitto. Per De Simone non esiste una scarsità oggettiva dei beni nell'orizzonte temporale della vita di un uomo: i beni, sia fisici che immateriali, non sono scarsi e pertanto non è necessaria un'economia di rapina che toglie a qualcuno per dare ad un altro.
La teoria si arricchisce con l'individuazione dei F.a.z. e Titan. F.a.z., come Financial Autonomous Zone (zone di autonomia finanziaria) e Titan, come titoli a tasso negativo sono gli strumenti necessari, secondo il controeconomista Domenico de Simone, per creare un sistema economico umano. Nelle sue opere, de Simone definisce la F.a.z.

uno spazio fisico e virtuale per la costruzione di un'economia in grado di frenare la circolazione e l'accumulo di denaro, fondata sul tasso negativo, sul Reddito di Cittadinanza e sulla partecipazione. Un'economia alternativa, in sostanza, basata sulla partecipazione attiva dei membri della F.a.z. stessa e la tutela della loro vita, sul massimo sviluppo delle capacità produttive in modo da creare maggiore ricchezza possibile. Dove ricchezza non significa accumulazione monetaria ma come beni espressi dall'animo umano e che non comporta distruzione (cultura, umanità, arricchimento dello spirito che non comportano però la rinuncia al benessere materiale).

In questo sistema non manca il guadagno: la differenza dell'open economy è impedire che esso si traduca in potere personale, sviluppando un'economia orizzontale basata su solidarietà e partecipazione, piuttosto che una gerarchica basata sull'esclusione.
L'esistenza di queste zone economicamente autonome è possibile solo con l'emissione di titoli a tasso negativo, una sorta di denaro a scadenza che i soci possono utilizzare a proprio piacimento spendendolo presso gli altri soci (l'impulso a spendere sta nel fatto che se non lo si fa, scaduto il tempo di validità i titoli deperiscono).

Il tasso è del -5% (se non si usufruisce di un titolo del valore di mille euro, alla fine dell'anno esso ne varrà 950). Gli operatori economici dovrebbero essere spinti ad accettarli per la loro spendibilità che permette di acquistare e pagare per loro mezzo. Si eviterà l'accumulo perché circoleranno più velocemente delle banconote, essendo gravati da un costo.(Roberto Onorati)

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