Un bambino blu è nato a Careggi l’8 agosto

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 agosto 2003 07:45
Un bambino <I>blu</I> è nato a Careggi l’8 agosto

E’ nato con una "Trasposizione delle grandi arterie", una delle tante cardiopatie dei neonati, riconoscibile dal classico colorito cianotico, bluastro, che i bambini che ne soffrono assumono. Adesso il piccolo G., nato a Careggi l’8 agosto, dopo un intervento di stabilizzazione effettuato per la prima volta al Meyer, può essere adeguatamente preparato all’intervento risolutore a cui verrà sottoposto all’Ospedale Pediatrico Apuano di Massa.
In realtà la manovra realizzata al Meyer dalla dottoressa Roberta Bini, responsabile della Cardiologia pediatrica dell’Ospedale fiorentino con l’ausilio di monitoraggio ecocardiografico, è utilizzata da molti anni come palliativo per far fronte momentaneamente alla trasposizione delle grandi arterie.

Questa patologia comporta una inversione dell’aorta e dell’arteria polmonare dalle loro normali posizioni. La manovra di Rashkind, o "atriosettostomia" a cui è stato sottoposto il piccolo G. consiste nel lacerare con un catetere a palloncino il setto interatriale per mescolare più sangue ossigenato all’altro. Il colorito blu del bambino si attenua, le condizioni del piccolo diventano più stabili e il lavoro successivo dei cardiochirurghi viene così reso possibile e agevolato.
La novità è che normalmente i bambini come G.

nati a Firenze dovevano essere obbligatoriamente trasferiti subito a Massa, mentre ora questa manovra può essere effettuata a Firenze, al Meyer, tenendo il bambino vicino alla madre e permettendo ai sanitari di prepararlo per il trasferimento a Massa in condizioni ottimali, senza utilizzo di farmaci o altro.
"Un passo avanti forse piccolo ma significativo – dice il Direttore Sanitario Paolo Morello – del nostro rapporto con l’Ospedale Pediatrico Apuano, secondo un progetto che prevede la riunificazione dell’ équipe cardiochirurgica e lo svolgimento nel futuro di interventi di cardiochirurgia vera e propria anche il Meyer".

E soprattutto una modalità di intervento meno gravosa per la famiglia e per il piccolo stesso, che ha già ricevuto la visita dei genitori e dei fratelli nella Terapia Intensiva Neonatale del Meyer.

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