Superare il modello dei campi nomadi sull'emergenza al Campo Masini

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 giugno 2003 07:34
Superare il modello dei campi nomadi sull'emergenza al Campo Masini

L'incendio che domenica pomeriggio ha distrutto uno dei campi nomadi di Firenze, fortunatamente senza provocare vittime, ha lasciato senza tetto più di 180 persone. Per loro è stata subito trovata una nuova sistemazione nell'ex sanatorio Banti di Pratolino, mentre la zona distrutta dall'incendio verrà bonificata.
"Sulla questione dei Rom abbiamo un'idea precisa -scrive Claudio Martini, Presidente della Regione Toscana- arrivare ad un progressivo superamento del modello dei campi, specialmente di quelli grandi, costosi e impegnativi da gestire.

Dal 2000 la Regione prevede finanziamenti agli enti locali per realizzare soluzioni abitative permanenti e percorsi di integrazione. Per evitare affollamenti solo in alcune aree, in particolare Firenze, Pisa e Pistoia, abbiamo anche proposto di redistribuire le famiglie rom su tutto il territorio regionale. Un piccolo impegno da parte di ogni comune che dovrebbe accogliere una sola famiglia. Occorre poi offrire opportunità lavorative, assistenza sociale, servizi. Questa è la direzione verso la quale stiamo lavorando, ricercando soluzioni personalizzate e calibrate zona per zona.

Finora abbiamo aiutato in questo modo circa 150 persone. Negli ultimi anni, per far fronte alle emergenze, ma soprattutto per attivare percorsi di integrazione, abbiamo destinato circa 887 mila euro al Comune di Firenze, 130 mila euro a Pistoia, 240 mila euro a Pisa".
“Se i campi non sono sicuri, allora troviamo una soluzione alternativa all’emergenza nomadi”. Il segretario regionale dello Sdi e presidente del Gruppo Consiliare in Regione Toscana Pieraldo Ciucchi chiede maggiori controlli dopo che ieri un corto circuito ha distrutto il campo del Poderaccio lasciando senza un tetto quasi 200 nomadi.
“Da sempre si parla dei problemi legati all’insicurezza cronica in cui versano i campi rom – commenta Ciucchi.

- Ma solo le tragedie, come la morte di una bambina qualche mese fa, fanno affrontare seriamente il discorso. Da mesi ormai l’amministrazione promette di realizzare un villaggio fatto non più di roulotte, ma di casette di legno, un progetto che ad oggi non ha visto la luce. Cosa aspettiamo a realizzarlo?” “Esiste inoltre una legge regionale per la distribuzione degli immigrati in tutto il territorio provinciale metropolitano. Ma il rifiuto da parte dei sindaci dei comuni limitrofi ha impedito la sua applicazione.

È giunto il momento di mettere in pratica quanto già giustamente deciso”. “Se poi ci si rendesse conto che è impossibile garantire la sicurezza all’interno dei campi, allora dovremmo trovare una soluzione alternativa, anche drastica, che però impedisca a queste sfiorate tragedie di ripetersi”.
“Amministratori, prefettura e Forze dell’Ordine ieri hanno comunque dimostrato di saper affrontare con prontezza l’emergenza creatasi rendendo agibile in poche ore la struttura del Banti – conclude Ciucchi.

- I nomadi, però, si sono rifiutati di trasferirsi anche solo per due settimane, il tempo di ripristinare il campo, in una zona come Pratolino, preferendo far rimanere i loro bambini a dormire tra la polvere, il fango, le macerie in condizioni disumane. Sul perché di tale rifiuto gli amministratori locali dovrebbero porsi degli interrogativi cercando di capire le reali motivazioni per cui i nomadi non vogliono allontanarsi neanche per pochi giorni da Firenze…”.
A qualche giorno dall'episodio il presidente del Quartiere 4 Eros Cruccolini e la consigliera con delega ai campi nomadi Laura Grazzini lanciano un appello alla cittadinanza.

Ecco il testo: "Circa 180 persone, nell'incendio di domenica, hanno perso tutto: i mobili, gli elettrodomestici, le stoviglie, i vestiti. I bambini hanno perso anche i libri, i quaderni, i giocattoli... tutto. Abbiamo l'urgenza di poter rifornire, prima possibile, queste persone di alcuni cambi di vestiario: ci servono biancheria, abiti estivi, scarpe, asciugamani, oggetti per l'igiene (pannolini per bambini, assorbenti, spazzolini da denti, saponi, dentifrici, ecc.). Tutto questo per poter aiutare concretamente uomini e donne, giovani e anziani, adulti, bambini e lattanti (all'ex ospedale Banti, dove sono temporaneamente alloggiati, adesso c'e' addirittura un bambino nato appena due giorni fa...).

Il Comune, il Quartiere, alcune associazioni di volontariato stanno cercando di gestire questa drammatica situazione; il nostro appello si rivolge ai singoli cittadini e al mondo dell'associazionismo perchè ci diano una mano, perchè aiutino questi nostri concittadini ad uscire dalla disperazione. Per questo invitiamo tutti coloro che volessero aiutare le vittime dell'incendio a raccogliere questi materiali e a portarli presso la sede del Quartiere 4 (Villa Vogel, via delle Torri, 23) in orario di ufficio.

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