Kinkaleri di scena sabato 17 maggio ore 21 all'Abbazia di San Zeno a Pisa

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 maggio 2003 12:49
Kinkaleri di scena sabato 17 maggio ore 21 all'Abbazia di San Zeno a Pisa

In una lingua al di là dell’Adriatico la parola kinkaleri designa la chincaglieria e l’insegna indica l’emporio, il luogo dove se possibile ci si può rifornire di prodotti vari, con disponibilità eterogenee. La compagnia nasce nel 1995 come raggruppamento di formati e mezzi in bilico nel tentativo e tutte le produzioni hanno sempre avuto quella trasversalità di segni che in ambito contemporaneo stanno progressivamente mettendo in crisi la fruizione della rappresentazione: un linguaggio che impasta le lingue e le rende straniere a se stesse per poi ridefinirsi altrove.
Per la prima volta nella nostra città, sabato 17 maggio ore 21 all’Abbazia di San Zeno, la compagnia toscana Kinkaleri con il loro ottavo spettacolo , premio UBU come miglior creazione di teatrodanza dell’anno, che ha debuttato nel gennaio scorso al Teatro Studio di Scandicci dopo aver seguito un percorso di sviluppo: momenti di avvicinamento in forma di studi numerati ospitati in musei d’arte contemporanea, teatri, festivals, rassegne di linguaggio contemporanei, installazioni video…
Un lavoro sul cadere, il precipitare continuo e inevitabile di un mondo quotidiano a pezzi, illustrato da musiche d’uso che diventano aleatoria partitura di un nervoso, irresistibile, esilarante sfaldarsi dell’azione e dell’ascolto.
“Otto ha inizio- come descrive Marinella Guatterini- con una serie di cadute maschili e, tra un karaoke inceppato e una serie di “gags” da cinema muto delle torte di faccia, affastella azioni quotidiane.

Mangiare, bere, stendere una coperta sulla quale posare un sacchetto di biscotti con la scritta “merenda”, portare in scena una tenda, entrarci, uscire con un merluzzo finto per un autoscatto fotografico; oppure, scalare un muretto in costume da bagno e cuffia, e cadere a terra come morti. Questa finis mundi che denuncia (ancora alla Beckett) l’assenza di scopo nell’avere uno scopo, cioè la fine di ogni finalità, nasce dalla perpetua ripetizione di azioni agli sgoccioli: la fine del panino o della merenda mangiati, la fine delle cadute e “gags”, un finto finale strappa-applausi”.
Uno spettacolo di stimolo e riflessione, non un semplice intrattenimento, interpretato dai sei componenti che formano il gruppo, Matteo Bambi, Luca Camilletti, Massimo Conti, Marco Mazzoni, Gina Monaco, Cristina Rizzo, un progetto e produzione di Kinkaleri, in collaborazione con Teatro Metastasio Stabile della Toscana, Teatro Studio di Scandicci, Xing, con il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali-Dipartimento dello Spettacolo, Regione Toscana, European Network DBM, Dance Bacin Mediterrainée.
Per questo spettacolo, perfetto nella sua apparente casualità e nella sua sfuggente ironia, i biglietti sono ancora in vendita, posto unico 12 Euro con varie riduzioni, presso il Botteghino del Teatro Verdi e la sera stessa dello spettacolo, se ancora disponibili, direttamente all’Abbazia di San Zeno.

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