I Girotondi per la democrazia di Firenze il 18 gennaio all'inaugurazione dell'anno giudiziario

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 gennaio 2003 07:27
I Girotondi per la democrazia di Firenze il 18 gennaio all'inaugurazione dell'anno giudiziario

I Girotondi per la democrazia di Firenze (Arci, Emily in Italia, Giardino dei ciliegi, Firenze al Futuro, Gruppo '94, Laboratorio Nuova Buonarroti, Legambiente e Testimonianze) come altre realtà della società civile, prenderanno parte alle celebrazioni per l'inaugurazione dell'Anno Giudiziario, che si terranno sabato 18 gennaio, nei ventisei distretti di Corted'Appello in cui è suddivisa l'Italia.
Per i Girotondi per la democrazia la difesa della Costituzione della Repubblica Italiana è obiettivo primario per tutelare lo Stato di diritto e i principi democratici.
Per far sentire l’appoggio di tutti i cittadini alla giusta protesta dei magistrati contro l’inaccettabile politica condotta dal governo Berlusconi che continua ad attaccare i principi costituzionali di indipendenza della magistratura e di uguaglianza di tutti i cittaidni davanti alla legge e contro lo stato di degrado in cui versa l’amministrazione della giustizia nel nostro paese, i Girotondi di Firenze parteciperanno all’inaugurazione dell’Anno Giudiziario.


Appuntamento sabato 18 gennaio, ore 8.30, Via dell’Agnolo angolo Via di Santa Verdiana con in mano una copia della Costituzione Italiana.
Al termine della cerimonia si terrà un presidio alle ore 12 in piazza S.Firenze, davanti al Tribunale, organizzato dai Girotondi per la Democrazia di Firenze e l’associazione “Donne di Firenze” sotto lo striscione.
La stampa nazionale ha già dato notizia delle proteste simboliche che le associazioni dei magistrati intendono realizzare in quell'occasione.

Tali proteste sono rivolte contro l'inaccettabile politica condotta dal governo Berlusconi che continua ad attaccare i principi costituzionali di indipendenza della magistratura e di uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge e sottolineano lo stato di degrado in cui versa l'amministrazione della giustizia nel nostro paese.
Il disagio espresso dai magistrati è tanto più importante nel momento in cui:
- alla Camera dei Deputati viene votata dalla maggioranza di Governo una Commissione di inchiesta su Tangentopoli con il compito di indagare anche "sull'uso politico della giustizia" pretendendo così di mettere sotto accusa la magistratura anziché tutelarne l'indipendenza;
- il ministro della Giustizia Castelli dichiara di non voler investire nel potenziamento delle strutture giudiziarie né dare finalmente una copertura ai numerosi posti vacanti, e per giunta esprime l'intenzione di sostituire la frase "La legge è uguale per tutti", da sempre iscritta in ogni aula giudiziaria d'Italia, con l'equivoca e demagogica frase "La giustizia è amministrata in nome del popolo".

Questa novità ­ di cui nessuno sentiva davvero il bisogno ­ indicail preciso intento di subordinare l'amministrazione della giustizia alla volontà delle maggioranze elettorali.

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