Calcio: storie di ordinaria follia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 ottobre 2002 23:53
Calcio: storie di ordinaria follia

Il calcio italiano perde sempre "più la testa", almeno a sentire il racconto di alcune storie. Ma saranno vere? Sentite queste. 1)Totti non ha mai voglia di allenarsi, ha un suo allenatore personale che prende 200 milioni l'anno"(fino a poco tempo fa allenava le giovanili della Roma per 20 milioni a stagione), e spesso trova un Capello che, oltre a detestare questo suo atteggiamento da "lavativo", lo sprona a faticare un pò di più. 2)Cassano si è da poco comprato una super macchina di lusso e la posteggia a Trigoria(sede di allenamento dei giallorossi) nei posti dove non si può mettere come, ad esempio, una salita riservata al posteggio delle auto con a bordo persone con handicap.

Lui occupa più posti bloccando l'accesso. Da notare che i giocatori della Roma hanno a loro disposizione un ampissimo parcheggio. 3)Ai recenti Mondiali di calcio i giocatori azzurri hanno preteso chenelle loro stanze di albergo ci fossero postazioni con computer ed internet. La Federazione Giuoco Calcio Italiana ha dovuto inviare sul posto "orientale" due tecnici specializzati per soddisfare le esigenze degli azzurri. 4) I procuratori dei calciatori sono i veri boss del nostro football. Pensate che il procuratore di Buffon, realizzando il passaggio del suo assistito dal Parma alla Juventus, ha stipultato che ogni mese dallo stipendio del portierone bianconero arrivino a lui la bellezza di 26 milioni.

Questo accordo sarà valido fino alla durata del contratto che lega Buffon alla Juventus. 5) Domenica scorsa il Milan ha sommerso di reti il Torino. A partita oramai finita il toscano Lucarelli, in forza ai granata, è stato espulso. Sapete perchè ha perduto la testa? Perchè il rossonero Maldini gli si è avvicinato e gli ha detto, non tanto sportivamente, "era meglio se la perdevate a tavolino". Lucarelli, toscano di razza, non ci ha visto più e ha perduto la calma rimediando in cambio un bel rosso.

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