Fusione Sai-Fondiaria
MPS-BNL: fusione o acquisizione?

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 giugno 2002 12:56
Fusione Sai-Fondiaria<BR>MPS-BNL: fusione o acquisizione?

Verdetto finale dello scontro per il controllo della compagnia fiorentina. Dopo 11 mesi di trattative e scontri a carte bollate le due compagnie hanno annunciato i termini di una fusione che dara' vita al secondo operatore nazionale per premi lordi raccolti con una posizione di leadership nel ramo danni, una rete di circa 3 mila agenzie, 1300 promotori e un bacino di oltre 8 milioni di clienti. La complessa operazione sancisce la decisa supremazia della compagnia torinese su quella fiorentina. Il concambio annunciato (4 azioni Fondiaria per 1 Sai) rappresenta il più alto di quelli su cui scommetteva piazza Affari.

Intanto Carlo Ciani, Roberto Gavazzi e Fausto Marchionni compongono il pool di manager che dovrà tracciare la strada per arrivare all'integrazione.
Paolo Ferro-Luzzi, romano di 65 anni, è il nuovo presidente del cda Fondiaria-Sai. Ordinario di diritto bancario alla facoltà di giurisprudenza della Sapienza di Roma, Paolo Ferro-Luzzi è avvocato di Cassazione. Tra i suoi incarichi è già stato membro del consiglio di amministrazione dell'Iri, di Telecom Italia, del Banco di Napoli e di Bnl Vita.
Svanita dopo mesi e mesi ogni possibilità di chiudere un matrimonio a tre con Fondiaria e Sai, Toro Assicurazioni si ritrova a dover fare i conti con la crisi del pianeta Fiat.

La quale sembra orientata a mettere in vetrina il gioiello assicurativo. Fra i possibili acquirenti si parla di Ge Capital che sarebbe interessata ed espandersi in Europa nei settori del risparmio e delle assicurazioni.

"I valori delle azioni vanno valutati secondo criteri che considerano cosa c'e' dentro un'impresa: il nostro titolo oggi e' troppo penalizzato dalle vicende argentine". Il presidente di Bnl, Luigi Abete pone un problema di valutazione reale degli asset nel caso in cui dovesse vedere la luce il matrimonio fra la sua banca e quella senese.

In un'intervista al Sole 24 Ore, Abete tiene a sottolineare che serve una compagine azionaria funzionale a un progetto di sviluppo condiviso: "Il problema - dice - non e' la governance ma l'assetto dell'azionariato inteso come equilibrio fra azionisti che abbiano come riferimento il mercato e condividano un progetto di sviluppo: cosi' e' stato per la Bnl quando il Tesoro la privatizzo', cosi' dev'essere se si aprira' una nuova stagione. In caso contrario - conclude Abete - non parliamo di alleanza ma di acquisizione: se qualcuno vuol acquisire una banca se la compra".

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