Indagine Unioncamere-Mediobanca sulle medie imprese industriali
Crescono più delle grandi, sono più competitive ma con una pressione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 maggio 2002 18:10
Indagine Unioncamere-Mediobanca sulle medie imprese industriali<BR>Crescono più delle grandi, sono più competitive ma con una pressione

Firenze 9 maggio- Forte orientamento all'export, elevata propensione all'innovazione e all'investimento, solida redditività, ma eccessivo carico fiscale. E' questo il ritratto che emerge dall'indagine Unioncamere-Mediobanca sui bilanci delle medie imprese industriali presentata oggi presso la Camera di Commercio di Firenze.
L'indagine ha riguardato 1906 medie imprese, la totalità delle società di capitali operanti nelle regioni del Nord-Est, del Centro e del Mezzogiorno con un fatturato compreso tra 13 e 260 milioni di euro, con una forza lavoro da 50 a 499 dipendenti e, infine, con una struttura azionaria non riconducibile a grandi gruppi (in tutto sono circa 7.000 in Italia).
L'analisi è stata condotta sui bilanci del periodo 1996-1999 e dettaglia gli aggregati sia per aree geografiche (nel rapporto del prossimo anno verranno incluse anche quelle dell'area Nord-occidentale), sia per settori economici mettendo inoltre in evidenza le società appartenenti a distretti industriali.
"La ricerca - ha commentato il Presidente dell'Unioncamere, Carlo Sangalli - indica che le medie imprese costituiscono un tassello importantissimo nell'affresco del sistema economico italiano.

La media impresa rappresenta il punto di arrivo di un'esperienza imprenditoriale formidabile, comune a milioni di donne e uomini nel nostro Paese, da cui poter guidare i processi di sviluppo di sistemi e reti di imprese più piccole. Negli ultimi anni i risultati fatti registrare da questi soggetti sopravanzano in molti casi quelli fatti registrare dalle 'sorelle maggiori', confermando se mai ce ne fosse stato bisogno la forte capacità di crescita di questi soggetti e la loro propensione a fungere da 'locomotive locali' della nostra economia".
"Lo studio - ha osservato Sangalli - evidenzia tuttavia due criticità in nessun modo trascurabili in sede di elaborazione delle politiche di sviluppo del Paese.

La prima è l'esigenza di procedere ad una redistribuzione più equa del carico fiscale sulle imprese. Tra il 1996 e il 1999 la pressione fiscale sulle medie imprese ha superato di circa 20 punti percentuali il corrispondente dato per le grandi imprese: il 51,9% per le prime contro il 32,9% per le seconde. Questo divario non è più tollerabile se veramente vogliamo consolidare ed anzi, in qualche caso, recuperare le posizioni perdute dalle nostre imprese sui mercati internazionali. In secondo luogo - ha proseguito il Presidente di Unioncamere - occorre sostenere concretamente la capacità di esportare che dimostrano le medie imprese italiane.

Una crescita vicina al 20% all'anno va valorizzata da scelte di politica economica attente a far crescere l'efficienza dell'intero Sistema-Paese, offrendo adeguate risorse, sia finanziarie che organizzative ed amministrative. L'attuale processo di riorganizzazione della presenza all'estero delle nostre istituzioni di promozione economica va in questa direzione e ci fa sperare che il patrimonio di capacità, competenze, intelligenze delle nostre medie imprese possa essere sempre più tutelato ed aiutato a consolidarsi nel tempo".
"La struttura delle piccole medie imprese toscane, pur crescendo di fatturato e nelle esportazione, è ancora comparativamente inadeguata rispetto alle punte di diamante rappresentate dal Veneto e dall'Emiglia Romagna.

Siamo in buona salute, ma dobbiamo puntare di più sui processi di fusione e di aggregazione per crescere ed essere competitivi".
E' quanto ha detto il Presidente della Camera di Commercio di Firenze Luca Mantellassi in apertura dei lavori per la presentazione dell'indagine Unioncamere-Mediobanca sulle medie imprese industriali.
La ricerca indica che le medie imprese costituiscono un tassello importantissimo nell'affresco del sistema economico italiano, crescono più delle grandi, sono più competitive ma hanno una pressione fiscale quasi doppia.
L'indici di sviluppo nel periodo 1996-99 evidenzia per la Toscana un tasso di crescita significativo, in linea con quello nazionale, e segna il +12 % per il fatturato netto e il +17,2% per le esportazioni Nel 1996 i dipendenti in Toscana erano 22.526, cresciuti fino a 24.140 nel 97, 24.760 nel '98 e 26.286 nel '99 per oltre 3.700 posti di lavoro in più.

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