L'accordo per gli alloggi dell'ex Ina in via Dogali e lungarno del Tempio è solo uno specchietto per le allodole?

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 aprile 2002 23:39
L'accordo per gli alloggi dell'ex Ina in via Dogali e lungarno del Tempio è solo uno specchietto per le allodole?

"L'accordo prevede che -spiegava stamani La Nazione- rispetto ai prezzi già comunicati dalla proprietà, venga praticato agli inquilini che sottoscriveranno una proposta di acquisto entro sessanta giorni dalla comunicazione, una riduzione pari al 20% per gli alloggi di via Dogali 2/12 e pari al 15% per gli alloggi di lungarno del Tempio". «L'accordo per gli alloggi dell'ex Ina in via Dogali e lungarno del Tempio è solo uno specchietto per le allodole». E' quanto sostengono la consigliera di Forza Italia Bianca Maria Giocoli e il consigliere di Alleanza Nazionale Gabriele Beconcini.

«Ci sembrano veramente fuori luogo le espressioni di giubilo dell'assessore Albini e del Presidente della commissione urbanistica Vincenzo Esposito - hanno aggiunto i due consiglieri del centrodestra - ma hanno riflettuto con attenzione sui contenuti dell'accordo che il Comune di Firenze ha sottoscritto con la proprietà di questi immobili? Se lo avessero fatto avrebbero visto che gli inquilini non sono stati tutelati affatto dal Comune di Firenze che ha dato solo una mano alle società per arrivare al più presto ad un grosso introito economico dando solo dei contentini agli inquilini e favorito invece la speculazione.

Infatti l'accordo non solo prevede prezzi di mercato, si va da circa 2.065,83 euro ai 2.582,28 euro al metro quadrato non essendo stato previsto l'intervento dell'ufficio tecnico erariale per la determinazione del prezzo di mercato, come prevede l'apposita legge del 1996. Non è stato previsto il 30 % di sconto ma solo il 20% per via Dogali e il 15 % per lungarno del Tempio e non garantisce un chiaro rinnovo del contratto di locazione e prevede tempi ristrettissimi per il rogito». Secondo la Giocoli e Beconcini «prima di fare tanti elogi sperticati all'assessore Albini forse il consigliere Esposito avrebbe dovuto rileggere l'ordine del giorno approvato prima dalla sua stessa commissione e poi votato all'unanimità dal consiglio comunale il 9 maggio dello scorso anno.

Il documento chiedeva l'equiparazione degli inquilini di Firenze con quelli delle altre città e ciò non è stato fatto». «Forse - hanno concluso i due consiglieri - il consigliere Esposito interpreta il ruolo del Comune di Firenze di farsi interprete e garante attivo concedendo solo l'uso dei locali comunali per gli incontri tra proprietà e sindacati come è scritto nell'accordo? O forse è l'unica cosa che la proprietà gli ha consentito di fare per non rompere le uova nel paniere? Ma il bello è che alcuni deputati toscani dello stesso partito della Albini e di Esposito e precisamente Chiti, Magnolfi oltre a Spini, Pistelli e Maura Cossutta sono stati presentatori di una interrogazione parlamentare proprio per promuovere l'equiparazione degli inquilini di Firenze con quelli delle altre città con un provvedimento legislativo ad hoc.

Noi invitiamo formalmente i deputati toscani della Casa delle Libertà a farsi promotori presso il Governo per un provvedimento d'urgenza per la piena equiparazione degli inquilini di Firenze con le altre città italiane che garantisca veramente condizioni eque di acquisto e ponga fine a questa ingiustizia sociale. E non dimentichiamoci un'altra contraddizione: che la disgrazia degli inquilini ex Ina di Firenze deriva proprio dalla legge finanziaria 2001 del dicembre 2000, del governo di sinistra, che aveva abrogato la norma di agevolazione che garantiva di acquistare ad un prezzo equo gli immobili occupati».

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