Il disegno della città: opera aperta nel tempo, convegno venerdì 28 giugno a San Gimignano

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 febbraio 2002 12:57
Il disegno della città: opera aperta nel tempo, convegno venerdì 28 giugno a San Gimignano

La città è stata per secoli per i suoi abitanti il riferimento sociale, religioso e politico di appartenenza e come tale riconoscibile proprio attraverso la sua immagine, le sue emergenze, i suoi simboli, il suo ambiente naturale: in definitiva i suoi "luoghi". Le situazioni: città murata, città aperta, limiti tra naturale e costruito, spazi aperti e chiusi, la viabilità ecc. nel tempo si sono trasformati lasciando memorie, fondendosi con nuove situazioni, altre volte lacerando architetture e habitat.

La città moderna con forti volontà politiche e sociali ha sovrapposto funzioni, modelli dell'abitare, città parallele.
La attuale città storica è perciò una struttura complessa di tracciati, nodi ed emergenze, atmosfere e ambiguità, le nostre città non sono una "sommatoria" di eventi successivi, sono qualcosa che si evolve, si trasforma, si interroga sugli errori…. sono un'opera aperta.
L'opera aperta è una sfida per chi deve operare, cominciando dalla conoscenza. L'insidia del caos allarma ed il timore della perdita dell'ordine da cui dipende l'identità dei luoghi spinge ora verso un interventismo dissennato, ora verso un pericoloso immobilismo. Ogni cultura, in ogni tempo, ha proposto una diversa definizione della città: per conoscerla, per progettarla, per viverla.
Ogni disciplina dell'architettura si è sentita e si sente impegnata a trovare al proprio interno criteri di analisi e approcci metodologici per la città storica.

Il Disegno, protagonista indiscusso nel passato delle strategie che le dettero forma, si interroga sugli ambiti che gli possono essere riservati dalla trasformazione urbana.
Il Disegno è ancora insostituibile e quando? Il Disegno si scopre insostituibile per il coordinamento e le integrazioni delle proprie analisi con i settori specifici.
Il Disegno si scopre insostituibile per la comprensione della complessità dei modi in virtù dei quali, in passato, le ragioni delle "pressioni" dettate dalla società si trasferivano nella forma disegnandola.

Ma si scopre anche insostituibile per la messa a fuoco dei meccanismi sulle relazioni tra concetti ordinatori e strumenti inventivi e ancora tra il modo di costruire - materia e geometria - ed il pensiero, le intenzioni di chi ha costruito e di chi ha animato quelle pietre rendendo particolare quel luogo. Gli spazi e l'architettura sono infatti carichi di valori simbolici che in relazione al loro passato comunicano al presente determinate permanenze. Tutto ciò il Disegno riesce a rappresentare e a rendere criterio per operare.
Allora, se nella città, l'identità, il riconoscimento dei luoghi, la analisi dei valori si pongono come ragione del progetto, il Disegno - strumento per eccellenza di analisi e sintesi - è il tramite privilegiato tra la conoscenza ed il progetto, laddove nella conoscenza sono già contenute le indicazione delle possibili trasformazioni.

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