«Il Comune scelga le banche in base a principi etici», approvata mozione dal Consiglio comunale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 gennaio 2002 11:02
«Il Comune scelga le banche in base a principi etici», approvata mozione dal Consiglio comunale

E’ stata approvata ieri dal Consiglio comunale la mozione che invita l’amministrazione a scegliere i propri partner bancari favorendo quelli che non finanziano il commercio di armi e favoriscono il finanziamento di imprese giovanili, cooperative sociali, onlus, imprese dei paesi del sud del mondo. Il documento era stato presentato da Alessio Papini (Verdi), Riccardo Basosi (I Democratici-La Margherita), Gregorio Malavolti e Alessandro Lo Presti (DS) e Monica Sgherri (Rifondazione Comunista) e poi era stato fatto proprio, all’unanimità, dalla commissione bilancio e, a maggioranza, dalla commissione per la pace e la solidarietà internazionale.

«Firenze - ha sottolineato Papini - dimostra così di poter svolgere al meglio il ruolo di città operatrice di pace nel difficile contesto internazionale odierno e di avere le carte in regola per promuovere il dialogo e la superiorità della diplomazia sull’uso della forza». «La mozione - ha spiegato il capogruppo dei Verdi - si è sviluppata grazie ai rilevanti contributi di riviste come Nigrizia, AltrEconomia e Carta, del “Coordinamento Fiorentino Banche Armate”, di Attac, Pax Christi, Missione Oggi, della Rete Lilliput con la campagna “Banche Trasparenti” e tanti altri giunti via internet.

Un esempio, questo, di “democrazia telematica partecipata”». «Questo documento - ha aggiunto Papini - avrà le sue conseguenze nel 2003 quando scadrà il contratto di affidamento del servizio di tesoreria del Comune che, fra bilancio ed imprese partecipate, movimenta una massa di denaro di circa un miliardo di euro». La mozione invita il Sindaco «a scegliere le banche con le quali avere rapporti finanziari in base anche a principi etici» ed «in particolare a chiedere a queste ultime una certificazione in base alla quale si possa escludere il finanziamento di imprese che lavorino nel settore del commercio di armi»; «a considerare come elementi negativi e controindicati per la scelta delle banche la collaborazione con imprese con sede nei così detti paradisi fiscali, le condanne inflitte per posizione dominante o per pubblicità ingannevole, oppure inflitte per violazione dello statuto dei lavoratori e/o delle norme anti-riciclaggio»; «a preferire rapporti con imprese bancarie che mostrino condizioni particolarmente favorevoli di credito nei confronti delle piccole e medie imprese, dei soggetti no-profit, dei paesi del Sud del mondo».

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