Mariangela D’Abbraccio in Anna dei miracoli dall'11 al 16 dicembre al Teatro della Pergola

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 dicembre 2001 06:58
Mariangela D’Abbraccio in Anna dei miracoli dall'11 al 16 dicembre al Teatro della Pergola

Un testo classico, un adattamento celebre. Anna dei miracoli, da William Gibson vergato come The Miracle Worker, vive nella storia del cinema per l’interpretazione che ne diede Anne Bancroft; sul palcoscenico, soprattutto nell’adattamento realizzato da Giorgio Albertazzi, alla base della conosciuta versione con Anna Proclemer e l’allor giovanissima Ottavia Piccolo.
A dare nuova vita a quell’adattamento è Francesco Tavassi, che nella storia della sordocieca Helen Keller e del suo incontro con l’istitutrice Annie Sullivan ricerca un miracolo: il miracolo delle donne.

Sono le donne che in questa storia si confrontano con l’amore, l’istinto e il dolore. Che si mettono a nudo, e sfidano l’impossibile, abbattendo barriere e differenze. Le donne di Anna dei miracoli sono la quintessenza dei personaggi femminili che scatenano nel regista grandi emozioni, quando si rapportano tra loro.
Non mette in opera modernizzazioni del testo, Tavassi, perché il tema dell’handicap e dell’emarginazione vive un’attualità sconcertante. I veri eroi del presente sono coloro che si dedicano al volontariato, all’assistenza dei malati e dei deboli.

Punta piuttosto al recupero di tutti i dettagli dei ruoli della madre, del padre e del fratello di Helen, in passato relegati allo status di “personaggi di servizio”. Annie è mattatrice, nell’interpretazione di Mariangela D’Abbraccio, senza che questa sua valenza oscuri le altre figure. Il racconto guadagna così in coralità, trovando nell’istitutrice un sapiente giunto cardanico, e nella piccola, acutissima Helen (qui incarnata da Simona Biancalana) un motore inarrestabile.
I costumi riprendono l’ambientazione storica originaria, mentre le scenografie si susseguono intersecandosi, componendosi e componendosi, fino a creare una visione molto vicina a quella di una carrellata cinematografica, con effetti visivi e sonori.

Ogni ambiente è introdotto e quasi giustificato dalle azioni dei personaggi; ne accompagna i gesti che disegnano lo spazio, come il vagare a tastoni di Helen delimita i confini del mondo.

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