Papini (Verdi), Basosi (Democratici), Sgherri (Rifondazione), Malavolti e Lo Presti (DS): «L'amministrazione scelga le banche secondo criteri etici»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 novembre 2001 21:31
Papini (Verdi), Basosi (Democratici), Sgherri (Rifondazione), Malavolti e Lo Presti (DS): «L'amministrazione scelga le banche secondo criteri etici»

La richiesta è contenuta in una mozione presentata da Alessio Papini (Verdi), Monica Sgherri (Rifondazione Comunista), Riccardo Basosi (Democratici), Gregorio Malavolti e Alessandro Lo Presti (DS). «Il Comune di Firenze - scrivono i cinque consiglieri - costituisce un'importantissima forza economica nell'area toscana, tale che la massa di denaro direttamente controllata rappresenta una quota rilevante del denaro circolante in regione: quasi 1000 miliardi di lire di bilancio che raggiungono circa il doppio considerando le partecipate».

Papini, Basosi, Sgherri, Malavolti e Lo Presti sottolineano anzitutto «l'esistenza di una forma bancaria che mette in particolare risalto l'esclusivo uso dei risparmi per usi etici come la “Banca Etica”, di cui il Comune è socio» ed «i contributi rilevanti di riviste come Nigrizia, AltrEconomia e Carta, del “Coordinamento Fiorentino Banche Armate”, di Attac, Pax Christi, Missione Oggi e della Rete Lilliput con la campagna Banche Trasparenti». «In base ad atti pubblici - hanno ricordato i firmatari della mozione - molte banche italiane, alcune delle quali toscane, sono impegnate nel finanziamento di imprese la cui attività è rivolta al commercio di armi».

Il documento invita perciò il Sindaco «a decidere le banche con le quali avere rapporti finanziari in base anche a principi etici» ed «in particolare a chiedere a queste ultime una certificazione in base alla quale si possa escludere il finanziamento di imprese che lavorino nel settore del commercio di armi»; «a chiedere alle banche-partner che nei progetti da finanziare venga considerato l'elemento dell'impatto ambientale del progetto stesso»; «a considerare come elementi negativi e controindicati per la scelta delle banche la collaborazione con imprese con sede nei così detti paradisi fiscali, le condanne inflitte per posizione dominante o per pubblicità ingannevole, oppure inflitte per violazione dello statuto dei lavoratori e/o delle norme anti-riciclaggio»; «a preferire rapporti con imprese bancarie che mostrino condizioni particolarmente favorevoli di credito nei confronti delle piccole e medie imprese, dei soggetti no-profit, dei paesi del Sud del mondo».

La mozione chiede poi che l’amministrazione «valuti la fattibilità tecnica di una collaborazione con Banca Etica, od un istituto finanziario con analoghe finalità, simile a quella sperimentata dal Comune di Genova nonché a progettare campagne di sensibilizzazione al risparmio etico e forme di sostegno all'imprenditoria sociale, in particolare incentivando i rapporti tra uffici di consulenza al lavoro, sportello REFES delle imprese sociali e la sezione fiorentina di sviluppo Italia-Imprenditoria giovanile».

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