La Regione scelta dal Ministero come capofila di un progetto nazionale sul problema dell’alcol

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 ottobre 2001 16:31
La Regione scelta dal Ministero come capofila di un progetto nazionale sul problema dell’alcol

FIRENZE- «Da sempre – sottolinea Angelo Passaleva - la Regione Toscana ha mostrato grande attenzione al problema alcol e alle sue ricadute sociali. Fin dal 1992 si è dotata di leggi in materia, molto in anticipo rispetto ad altre realtà regionali ed anche rispetto al governo centrale che solo il 30 marzo 2001 ha promulgato la prima legge quadro al riguardo». Il vice presidente della Regione ed assessore alle politiche sociali Angelo Passaleva fa il punto della situazione sulla Toscana e la lotta contro l’alcolismo.

Con lui ci sono i rappresentanti dell’associazione regionale dei Club degli alcolisti in trattamento, con cui si è sviluppata in questi anni una particolare collaborazione. «Essenziale in questa lotta – ribadisce Passaleva – è il rapporto con il volontariato. Il problema alcol è spesso sottovalutato in Italia: è la conseguenza in parte di una cultura che comprende una tradizione secolare legata ai prodotti enologici e di un mercato degli alcolici che ha un giro di affari di 25 mila miliardi l’anno.

Un buon bicchiere di vino non ha mai fatto male a nessuno: contiene ferro ed è anche gradevole. Il problema è quando se ne abusa». Nel 1998 la Regione ha riorganizzato l’intera rete territoriale dei servizi pubblici per la prevenzione, cura, trattamento e riabilitazione degli alcolisti, tant’è che tutto il territorio toscano è oggi coperto. Attingendo al fondo regionale per la lotta alla droga negli ultimi tre anni sono stati finanziati 40 progetti per circa 4 miliardi complessivi. E proprio per questa sensibilità e per l’impegno profuso la Regione è stata da poco scelta dal ministero della Sanità quale capofila e coordinatrice di un importante progetto nazionale pilota su «Alcol e luoghi di lavoro».

Il via è atteso nei prossimi mesi.
Molti incidenti sul posto di lavoro sono infatti legati all’uso e all’abuso di alcol. Dati precisi non ce ne sono. Ma recenti stime dell’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, dicono che dal 10 al 30 per cento degli incidenti hanno proprio questa come causa. Le perdite sono umane, sociali ma anche economiche. Il numero di assenze dal posto di lavoro (3-4 volte superiori alla media, in Italia) sono attribuibili direttamente alle dipendenze dall’alcol.

5500 miliardi è il costo sofferto in Italia dal mondo del lavoro, a cui se ne aggiungono altri 2600 per l’assenze legate a malattie ed incidenti.
La strategia messa in campo col progetto «Alcol e luoghi di lavoro», che si articolerà in tre anni, sarà globale. La sicurezza – ed ancor più il problema alcol – è una questione di relazioni umane. Sono previsti corsi di formazione rivolte alle Rsu e ai datori di lavoro per sensibilizzare i dipendenti al problema. Per il settore industriale sono previsti interventi diretti alla Piaggio e alla Breda, nelle centrali del latte di Firenze, Pistoia e Livorno, all’Onsa Group e alla Cavet.

Per il settore energia, trasporti ed edilizia saranno individuate altre aziende nei primi sei mesi. E’ prevista la formazione anche di un “medico competente” per ogni azienda e di docenti delle scuole edili. Oltre alla Toscana, le altre regioni interessate al progetto sono la Sicilia, la Lombardia, l’Abruzzo, il Trentino e il Veneto.
Qualche dato
In Italia il 5 per cento della popolazione (un italiano su venti, 3 milioni di persone in tutto) è alcolista. I costi sociali ogni anno ammontano a circa 13.000 miliardi.

E le morti causate dall’alcol sono circa 30.000: quattro, mediamente, ogni ora ! In Toscana gli alcolisti in cura presso i Sert sono stati nel 2000 ben 2912, la maggior parte sono quarantenni. Il rapporto in media è di quasi tre maschi ed una donna (per il dettaglio vedi la scheda allegata ndr). Ma si tratta chiaramente della punta di un iceberg. Il “bere” rappresenta inoltre un pericolo non solo per per gli alcolisti. Basti pensare che il 46 per cento (quasi la metà) dei morti per incidenti stradali è attribuibile all’uso di alcol.

Ed anche dal resto dell’Europa arrivano dati allarmanti: un decesso su quattro tra i giovani europei maschi tra i 15 e i 29 anni (fonte Cnn Stoccolma) è dovuto infatti al consumo di alcolici, 55.000 sono i morti in un anno per incidenti stradali.

I Club degli Alcolisti in trattamento - che il 12, 13 e 14 ottobre, con il patrocinio anche della Regione Toscana, organizzeranno nella residenza del Ciocco a Lucca il X Congresso nazionale con più di mille famiglie provenienti da tutte le regioni d’Italia – sono oggi circa 2.300, distribuiti su tutto il territorio nazionale: 25.000 le famiglie in trattamento con oltre il 70 % di risultati positivi.

Numeri importanti, che hanno permesso all’associazione di avvalersi del coodinamento dell’ufficio regionale per l’Europa dell’Organizzazione mondiale della sanità. «E senza l’aiuto del volontariato – aggiunge l’assessore regionale alle politiche sociali, Angelo Passaleva – non potremmo combattere da soli questa battaglia». Il primo Club degli alcolisti in trattamento in Italia è nato nel 1979. In Toscana il movimento è sorto e si è sviluppato a Firenze nel 1983 e conta oggi oltre 150 club, presenti in tutte le province.

Più di 1.500 sono le famiglie accolte. Al congresso in programma a Lucca è prevista la partecipazione anche di delegazioni di 27 nazioni europee ed extraeuropee, dove è stato esportato l’approccio messo in atto dai club: un programma ad alta integrazione con le strutture sanitarie, che riunisce l’esperienza dei gruppi di autoaiuto con il coinvolgimento di tutta la famiglia (ricerca della pace, solidarietà e convivenza armonica sono le linee guida).
Il titolo del congresso sarà «Tra passato e futuro: i valori del Club oggi».

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