Trentadue Comuni a “scuola di immigrazione”

Redazione Nove da Firenze
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23 maggio 2001 13:12
Trentadue Comuni a “scuola di immigrazione”

23 maggio 2001 – Uffici relazioni con il pubblico, servizi sociali, servizi sanitari, altri uffici burocratici: sono molti gli addetti a sportelli pubblici che si trovano quotidianamente a dialogare con gli immigrati e ad affrontare i loro problemi. 180 di questi addetti, attualmente impiegati in 32 diversi Comuni, due ASL e vari altri enti, parteciperanno da oggi alla fine dell’anno a corsi di formazione e aggiornamento specifici sui rapporti con gli immigrati. Le lezioni si svolgono in Palazzo Medici Riccardi e nell’auditorium della Prefettura in via Giacomini.
I corsi sono interamente finanziati dalla Provincia - che li coordina insieme alla Prefettura - con stanziamenti del Fondo Sociale Europeo.

L’iniziativa è nata su proposta della stessa Provincia, che ha recepito le indicazioni della Conferenza permanente provinciale per l’immigrazione nell’ambito dei lavori del Consiglio territoriale per l’immigrazione.
I partecipanti studieranno le cause e le caratteristiche del movimenti migratori verso l’Italia, i loro sviluppi, le caratteristiche e le specificità culturali, religiose e sociali delle comunità presenti sul territorio provinciale, insieme alle normative sull’immigrazione.

Ampio il capitolo relativo ai servizi per gli immigrati in materia di istruzione, formazione e inserimento lavorativo e all’uso delle nuove tecnologie per rendere tali servizi noti e accessibili.
Saranno gli stessi immigrati a illustrare la loro storia e le loro tradizioni culturali, religiose e sociali.
La prima tornata di corsi finirà alla fine dell’anno ma l’iniziativa ha carattere permanente e già sono previste nuove sessioni di formazione a carattere periodico per i prossimi anni.
“Proponendoci questi corsi – ha detto l’assessore provinciale alle politiche sociali Davide Filippelli presentando l’iniziativa alle amministrazioni pubbliche coinvolte - il Consiglio territoriale per l’immigrazione ha fatto una scelta felice ed apprezzata.

Preparando in modo specifico e valorizzando gli operatori degli sportelli pubblici si passa da un approccio improvvisato alla programmazione degli interventi di accoglienza, all’interno di una visione finalmente complessiva, che cala i problemi in un quadro di rispetto di culture e religioni diverse”.
Nell’approccio complessivo rientrano anche i collegamenti con le questioni economiche: “La Provincia – ha ricordato Filippelli – ha la competenza sulla formazione professionale e raccoglie i bisogni delle imprese.

Interi settori produttivi denunciano carenza di manodopera, il legame fra esigenze dello sviluppo, attività di formazione e immigrazione è evidente”.

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