Rapporto Unicef sulla condizione dell'infanzia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 gennaio 2001 16:16
Rapporto Unicef sulla condizione dell'infanzia

Sala della giunta, Palazzo Bastogi, sede della presidenza della Regione. Intimiditi sotto l'enorme lampadario di cristallo, sedici alunni della scuola media fiorentina Mazzanti, classe II O, ascoltano in silenzio le parole del presidente Claudio Martini. Poco prima, la presidente toscana dell'Unicef Elia Macconi aveva riassunto i temi del Rapporto 2001 sulla condizione dell'infanzia: fame, guerre, carestie, calamita' naturali, un anno decisamente poco fausto per decine di migliaia di bambini che non sanno cos'e' una merendina, che non hanno mai visto una Barbie, che non conoscono l'esistenza dei videogiochi e le scarpe da ginnastica non le indossano ma sono costretti a fabbricarle.

Sui giornali del mattino le immagini di centinaia di morti sepolti sotto le macerie del terremoto in Salvador confermano, piu' delle cifre, un dramma che si consuma, ogni giorno, molto lontano da noi. "Una lontananza che e' solo virtuale - spiega Claudio Martini - perche' se un bambino vive male in Africa o in Albania, molto probabilmente da adulto sara' costretto a cercare altrove, lontano dal suo paese, una vita a migliore. E andra' magari in America, verra' in Europa, verra' nel nostro paese.

Così, di quel problema ce ne dovremo occupare comunque, come problema di immigrazione". Per questo, spiega ancora Martini agli studenti, e' importante interessarsi ai problemi di paesi che solo apparentemente sono lontani. Informarsi, conoscere far conoscere la situazione di questi popoli, navigare in Internet, fare qualcosa che possa aiutare a sopravvivere migliaia di bambini per nutrire quaranta dei quali basterebbe quello che uno di noi mangia in un giorno. "Basta pensare che con mille lire noi non compriamo nemmeno un pacchetto di caramelle - dice Martini - mentre con questa stessa cifra un bambino in Bangladesh, in India, in Nicaragua vive per una settimana.

Anche un ragazzo come voi puo' fare qualcosa: a cominciare dai mercatini di libri o giocattoli perche' anche raccogliere una cifra modesta puo' servire". Martini si e' quindi soffermato sulle cose che gia' vengono fatte nella nostra Regione per aiutare concretamente i paesi in via di sviluppo. In particolare ha citato una iniziativa di cooperazione che ha coinvolto studenti palestinesi e israeliani, il sostegno al volontariato che opera, a vari livelli, a favore dei paesi in via di sviluppo, gli interventi di scambio e collaborazione in campo sanitario che ha visto protagoniste varie strutture fra cui il Meyer e l'Ospedale pediatrico Apuano.

Ma se la Regione fa a e continuera' a fare la sua parte, oguno di noi puo' fare qualcosa da subito. E' un po' questo l'insegnamento del Rapporto Unicef , l'appello a una vita che non dia per scontato il benessere e l'opulenza dei paesi occidentali fra i quali la Toscana e' a pieno titolo (ricorda Martini che il suo livello di natimortalita' la paragona alla Svezia ma che, nel mondo, ci sono paesi dove i nuovi nati non hanno le stesse garanzie di sopravvivenza) e comportamenti quotidiani che non dimentichino mai la necessita' di colmare questi enormi squilibri.

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