Oltre 80 milioni di euro (circa 160 miliardi di lire) per la protezione delle foreste europee.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 Gennaio 2001 17:09
Oltre 80 milioni di euro (circa 160 miliardi di lire) per la protezione delle foreste europee.

È il contributo previsto dalla Commissione europea nell'ambito di due regolamenti - uno relativo alla protezione contro l'inquinamento atmosferico, l'altro rivolto specificamente alla protezione contro gli incendi - prorogati fino alla fine del 2001. Oggi le foreste europee ricoprono oltre 120 milioni di ettari, e nell'ultimo trentennio - grazie allo sviluppo della politica ambientale - le aree boschive sono aumentate di circa il 10 per cento. Dal 1992, l'impegno dell'Unione in favore della riforestazione e della difesa del patrimonio forestale esistente si è fatto ancora più forte, anche in considerazione dell'importanza delle aree verdi nell'assorbimento del biossido di carbonio a effetto serra; tra il 1994 e il 1997, infatti, sono stati creati circa 650mila ettari di nuove foreste, mentre 130mila ettari sono stati sottoposti a programmi di risanamento ambientale.

La Ue ha contributo a oltre il 50 per cento dei costi. Ciò nonostante, anche se migliorato rispetto ai decenni passati, lo stato di salute delle foreste d'Europa è ancora preoccupante; sia per quel che riguarda gli effetti dell'inquinamento atmosferico, sia per gli incendi. Nelle estati del 1999 e del 2000, ad esempio, migliaia di ettari di bosco sono stati distrutti dalle fiamme nell'Europa del sud, e in particolare in Grecia e in Italia. Parallelamente, l'Unione destina parte delle sue risorse anche alla protezione delle foreste nei paesi in via di sviluppo.

Essa è membro dell'accordo internazionale sul legno tropicale (sottoscritto nel 1996) e dal 1992 stanzia circa 100 miliardi di lire ogni anno per contribuire alla difesa delle foreste tropicali. Le due proposte modificate di regolamento sono state adottate il 19 dicembre 2000. Per questioni di bilancio, la Commissione europea ha respinto la richiesta del Parlamento di aumentare del 10% il budget destinato alle due azioni comunitarie. Azioni, si noti, che riguardano in particolare lo studio relativo alle foreste e alla loro protezione: Lo scopo dei progetti finanziati nell'ambito del primo regolamento riguardano infatti "approfondire e migliorare le conoscenze sullo stato di salute delle foreste", mentre la seconda azione ha per oggetto "proseguire e migliorare le conoscenze sugli incendi di foresta e la relativa prevenzione e sorveglianza".

Per l'azione 1 la Commissione finanzia fino al 50 per cento "progetti presentati (…) dagli Stati membri per l’inventario periodico dello stato di salute delle foreste, per la sorveglianza intensiva e per i progetti pilota e sperimentali"; al 100 per cento "le misure di coordinamento, di valutazione e di sorveglianza dell’azione". Per l'azione 2, Bruxelles prevede "fino al 30 per cento o al 50 per cento della partecipazione comunitaria (in funzione del grado di rischio d’incendio) per progetti o programmi presentati alla Commissione dagli Stati membri per studi sulle cause degli incendi di foresta, campagne d’informazione, azioni di prevenzione e sorveglianza", " fino al 15, 30 o 50 per cento della partecipazione comunitaria (in funzione del grado di rischio d’incendi) per la sorveglianza dell’attuazione del sistema comunitario d'informazione sugli incendi di foresta"; "100 per cento della partecipazione comunitaria per le misure di coordinamento, di valutazione e di sorveglianza dell’azione".

Infine, per quanto riguarda le cosiddette "zone a rischio" per gli incendi boschivi, in cui concentrare in particolare le azioni comunitarie, in Italia vengono considerate tali il Mezzogiorno, le regioni Lazio, Toscana, Liguria, Umbria, Marche, Emilia Romagna e le province di Cuneo e Alessandria (Piemonte) e Pavia (Lombardia), "nonché le zone boschive di montagna del nord del paese".

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