Strategie per il controllo numerico dei piccioni in città

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 ottobre 2000 15:12
Strategie per il controllo numerico dei piccioni in città

Antifecondativi, barriere ad hoc per impedire che i volatili cittadini nidifichino nei palazzi, catture in casi di emergenza. Queste alcune delle più importanti strategie messe a punto dall’amministrazione comunale insieme alle associazioni animaliste, per il controllo numerico dei piccioni. “Premesso che non esiste alcuna possibilità di togliersi dai piedi questi animali in quanto hanno come i topi, enormi capacità di adattamento a vivere con gli uomini, - spiega l’assessore all’ambiente Vincenzo Bugliani- l’unico modo è appunto mettere a punto strategie il più possibile appropriate al loro contenimento numerico”.
Si ricomincerà con l’antifecondativo (nicarbazina) contenuto nelle granaglie, per un periodo di tre anni , perché solo allora è possibile verificare i risultati conseguiti.


Contemporaneamente verrà fatto il controllo dell’andamento demografico della popolazione dei piccioni, a cura del Dipartimento di biologia animale dell’università di Firenze. “Proprio perché l’antifecondativo non ha effetti immediati, ma visibili solo dopo due o tre mesi, - aggiunge l’assessore Bugliani- nei casi di emergenza in scuole o ospedali, si possono effettuare delle catture, facendo sopprimere gli animali malati. In questo modo si riduce la pressione, ma la cattura non è una soluzione definitiva”.

Un altro intervento interessa da vicino anche il Regolamento Edilizio del Comune, in cui dovrebbero essere introdotto l’uso delle cosiddette “difese passive” per edifici come scuole e ospedali: si tratta di apposite retine che verrebbero poste dei buchi che ci sono nelle facciate di alcuni palazzi o aghi di plastica da porre nei cornicioni delle finestre. In questo modo i piccioni non avrebbero la possibilità di sostare, né di nidificare.
E infine attivare una campagna di informazione: “la gente, - sottolinea Bugliani- non deve dare da mangiare ai piccioni e non lasciare residui di cibo.

Questi animali devono vivere per i fatti loro; in certi casi la bontà umana è mal riposta, soprattutto quando al piccione gli si dà pane anziché granaglie”.

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