E’ un ritorno molto gradito l’opera di Manuel Puig, sulla scena del teatro Rifredi fino a domenica 12 marzo, presentata dalla Compagnia Pupi & Fresedde-Associazione Teatrale Pistoiese. Il regista Savelli ripropone questo testo ricchissimo, adattato dallo stesso Puig per il teatro, che tanta fortuna ha portato ad alcune rielaborazioni cinematografiche (è rimasta famosa l’interpretazione del premio Oscar William Hurt insieme a Raoul Julia nel 1985 con la regia di Hector Babenco) e teatrali (uno su tutti è l’adattamento del 1979 di Marco Mattolini con l’interpretazione di Giulio Brogi).
Le suggestioni dell’opera, al di là della bellissima narrazione della riscoperta umana della dignità e della diversità che coinvolge i due protagonisti, consistono nei due diversi piani: il testo scritto, ricco di moduli espressivi diversissimi e sperimentazioni linguistiche che creano contaminazioni di generi, e la lettura teatrale dello stesso autore, tesa a ricostruire lo spazio teatrale come simbolico e metaforico e dunque essenzialmente statico. Savelli, grazie alle musiche originali di Jean Pierre Neel e ad una originale composizione scenica, dà forma alla presa di coscienza dei due protagonisti in uno spazio carcerario metafora delle prigioni mentali in cui gli stessi si dibattono.
E così, il virtuosismo di Gennaro Cannavacciuolo nei panni di Molina e di Giovanni Franzoni nelle vesti di Valentin porta in superficie la storia di una illusione, come illusione è il film raccontato da Molina: teatro e cinema quindi che si intrecciano in ottimo lavoro di sintesi.
Da ricordare che al teatro Rifredi, durante il periodo di programmazione dell’opera, c’è una mostra della pittrice Cristina Nobile che, in onore del sodalizio con l’attore Cannavacciuolo, espone 8 dipinti che raffigurano 8 grandi spettacoli dell’artista napoletano.
