Se la ricordano bene in molti a Livorno quella bella ragazza alta, bionda con i capelli corti che ha seguito personalmente la ristrutturazione di una barca oceanografica in uno maxi-yacht a cui ha fatto da madrina nel varo del 26 giugnio scorso. In molti hanno subito riconosciuto dalla descrizione che ne hanno fatto i giornali quella bella ragazza imasta ostaggio per otto lunghissimi giorni assieme a Roberto Giori, nel dirottamento dell'airbus A-300 dell'Indian Airlines.
Si e' recata spesso al Cantiere navale Luigi Orlando per seguire di persona la ristrutturazione della "Thalia" commissionata al Cantiere dalla societa' Seaprint, di cui Roberto Giori rappresentava l'armatore, per una cifra che pare si aggirasse sui tre miliardi circa.
Vestita di bianco, con un top e un paio di jeans bianchi e una grande borsa chiara, Cristina ha fatto da madrina alla "Thalia" lanciando la bottiglia di spumante sulla chiglia bianca e blu dello yacht. Roberto Giori, presidente della societa' inglese "De la Rue Giori", che produce banconote per 150 paesi del mondo, per l'occasione si era improvvisato operatore registrando il battesimo dello yacht. Molto, troppo riserbo si e' creato intorno a lei dopo la notizia del dirottamento, si e' cercato di impedire che tramite lei si arrivasse ad identificare quel passeggero che le sedeva accanto, Giori appunto, presidente di una societa' che vanta un fatturato semestrale di 750 miliardi e che ha rapporti personali con 150 governi, fra cui quelli asiatici per cui produce carnet di assegni, banconote sistemi di gestione del denaro.
Un uomo ricco e potente dunque, a cui Cristina pare sentimentalmente legata, e con cui adesso sta cercando di dimenticare la brutta avventura nella villa di lui a Crans Montana, uno delle stazioni sciistiche dei vips del jet-set europeo.
