E' questo il terreno su cui 
si sta impegnando la Regione Toscana, sulla base di quanto e' richiesto 
dalla legge 40/1998 ("Disciplina dell'immigrazione e norme sulla 
condizione dello straniero"). 
E' infatti la stessa normativa nazionale ad affrontare il problema della 
discriminazione, prevedendo tra l'altro che le Regioni, in collaborazione 
con le province e i comuni, con le associazioni di immigrati e del 
volontariato sociale, predispongano "centri di osservazione, di 
informazione e di assistenza legale per gli stranieri, vittime delle 
discriminazioni".
                          
                           
E' un impegno che la Regione ha deciso di affrontare all'interno del 
Programma di interesse regionale "Promozione della cittadinanza sociale", 
nella consapevolezza che la problematica relativa al superamento delle 
discriminazione rientri nell'ambito della promozione di un sistema di pari 
opportunita'. Il primo passaggio e' l'effettuazione di una completa 
ricognizione sull'incidenza delle discriminazioni, fenomeno complesso per 
cui in Toscana, come nel resto di Italia mancano ancora dati su cui 
lavorare.
                          
                           
Per conoscere di piu' questa realta' si e' avvertito l'esigenza di individuare 
una serie di "sensori", che, diffusi in modo quanto piu' possibile capillare 
sul territorio, siano in grado di monitorare costantemente il fenomeno. Di 
qui la necessita' di censire i soggetti che - pubblici o privati che siano - in 
Toscana sono operativi come sportello informativo per immigrati o 
forniscono servizi di consulenza ed assistenza legale, ovvero che gia'  di 
fatto costituiscono un tassello di futuro "osservatorio regionale" sulle 
discriminazioni.
                          
                           
Il censimento e' adesso disponibile per la prima volta, grazie ad una 
ricerca realizzata dalla Regione Toscana  e dall'Istituto degli Innocenti: 
"Una vera e propria mappa dei servizi per gli immigrati" - spiega 
l'assessore alle politiche sociali, Simone Siliani - che registra una presenza 
abbastanza significativa di servizi di informazione per gli immigrati, ma 
una sostanziale carenza dei servizi di assistenza e consulenza legale e 
questo rischia di non garantire i diritti di cui gli immigrati dovrebbero 
fruire in base alla legislazione nazionale e regionale.
                          
                           Gli stranieri presenti 
regolarmente in Toscana hanno precisi doveri a cui vengono 
continuamente richiamati, come il pagamento dei contributi per il sistema 
pensionistico, ma l'assenza di diritti sufficientemente tutelati rischia di 
trasformarli in cittadini di serie B". 
In base alla ricerca, i Comuni toscani che dispongono di strutture e di 
personale addetto specificamente agli immigrati sono 49 su 287 (il 17 per 
cento): di questi, 17 hanno propri uffici, 14 operano soltanto tramite il 
volontariato, 18 hanno soltanto accordi di programma con un comune 
capofila.
                          
                           Altri 64 comuni, pari al 22 per cento, dispongono di strutture e di 
personale che, pur non essendo specificamente adibiti agli immigrati, 
possono comunque essere utilizzati da questi ultimi per la segnalazione di 
discriminazioni e la presentazione di reclami. 
Restano dunque 174 Comuni - pari al 61 per cento delle amministrazioni 
comunali - che non hanno un ufficio o comunque personale addetto, anche 
in modo non specifico. 
La situazione, inoltre, e' fortemente differenziata a livello provinciale.
                          
I Comuni con uffici e personale specifico per gli immigrati si concentrano infatti nelle province di Firenze (18), Pistoia (9) e Pisa (8), mentre tutte le altre province oscillano tra 0 (Grosseto) e 3. Firenze e Pistoia raggiungono una percentuale superiore al 40 per cento, ma anche Prato - indietro in numeri assoluti per il basso numeri dei comuni della provincia - raggiunge il 28.6 per cento. A parte Grosseto, dove non esiste alcun ufficio, restano sotto la soglia del 10 per cento le province di Arezzo, Lucca e Siena.
                           
Quanto alla tipologia dei servizi, gli sportelli informativi sono piu' 
frequenti della consulenza legale e quest'ultima, a sua volta, e' piu' diffusa 
dell'assistenza legale diretta: mano a mano che si passa a servizi piu' 
impegnativi, diminuiscono insomma i comuni che li forniscono e aumenta 
semmai la percentuale dei comuni che li forniscono tramite la 
collaborazione con il volontariato. 
Sono 29 le amministrazioni comunali che si sono dotate di sportelli 
informativi, sia in proprio (17) che tramite volontariato (12).
                          
                           Soltanto 6 
Comuni - Arezzo, Empoli, Livorno, Lucca, Pisa e Pistoia - prestano 
direttamente consulenza legale agli immigrati, mentre altri 13 - tra cui 
Firenze, Massa e Prato - la forniscono tramite volontariato. Nessuna 
amministrazione presta direttamente assistenza legale agli immigrati, 
tranne qualche caso eccezionale in otto comuni (Firenze, Empoli, 
Scandicci, Lucca, Capannori, Carrara, Pisa) e comunque tramite 
volontariato. 
Oltre alle amministrazioni comunali sono state individuate 76 realta' - tra 
organizzazioni sindacali e del volontariato, associazioni culturali italiane e 
di extracomunitarie - che forniscono almeno uno dei servizi previsti dalla 
ricerca ovvero lo sportello informativo (65), la consulenza legale (37) e 
l'assistenza legale (13).
                          
                           Sono concentrate in 21 citta', cioe' in tutti i 
capoluoghi di provincia piu' Calenzano, Fiesole e Scandicci (provincia di 
Firenze), Cecina e Piombino (Livorno), Viareggio (Lucca), Carrara-
Avenza (Massa-Carrara), Santa Croce (Pisa), Montecatini e Pescia 
(Pistoia) e Poggibonsi (Siena). 
Le associazioni di extracomunitari che prestano qualche servizio sono 21: 
piu' numerose delle associazioni culturali (18) e delle organizzazioni 
sindacali (14) e alla pari con le organizzazioni del volontariato (21).
                          
Dal punto di vista delle sigle rappresentate emergono la Cgil (10), l'Arci Nova (8) e la Caritas (8).