Rapporto sul mercato del lavoro 1998

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 giugno 1999 19:17
Rapporto sul mercato del lavoro 1998

Un mercato piu' flessibile, piu' mobile, con un andamento oscillatorio e diseguale lungo il corso dell'anno, ma anche, complessivamente, piu' instabile perche' associato al permanere di una netta preponderanza di lavoro dipendente. E ancora: presenza di un potenziale di lavoro non impiegato con alti livello di istruzione e che riguarda, soprattutto, i giovani e le donne. Queste le caratteristiche salienti del mercato del lavoro toscano, al di la' della mera registrazione dei dati, cosi' come sono delineate nel Rapporto sul mercato del lavoro 1998.
Un'analisi approfondita condotta dal ricercatore dell'Osservatorio regionale sul mercato del lavoro Mauro Lombardi e che prende in considerazione non solo su occupazione, disoccupazione e forze di lavoro elaborati dall'Osservatorio sul mercato del lavoro nel corso dell'ultimo anno, il 1998, ma getta uno sguardo indietro su tutto il decennio.
Le novita'.

In sintesi, le novita' che in Toscana risultano particolarmente marcate delinando una tendenza che per il futuro e' indispensabile tenere presente sono quattro.
1) Andamento ciclico annuale dell'occupazione: uno scarto di oltre il 4 per cento si registra nel '98 (ma non solo) fra gli occupati di gennaio e di ottobre (in ottobre risultano 54.000 posti di lavoro in piu'). Una tendenza che testimonia che qualcosa nel mercato del lavoro toscano sta cambiando.
2) Mobilita' elevata del lavoro
3) Forte turn-over con ricambio generazionale
4) Maggiore instabilita' del posto di lavoro, legata soprattutto alla diffusa mortalita' delle piccole imprese.

L'analisi dei dati Inps dimostra che piu' e' piccola la dimensione dell'impresa, piu' e' elevata l'instabilita'. I numeri. Guardando ai dati, nel corso del '98 si registra una diminuzione, sia della disoccupazione (dall'8,5 all'8,2 per cento), sia dell'occupazione (- 0,3 per cento). Le forze di lavoro mostrano una dinamica sempre piu' debole, contrassegnata da una contrazione della componente maschile e da un amento del numero dei pensionati. Quanto ai settori, aumentano gli occupati in agricoltura, mentre perdono posti l'industria delle costruzioni e i servizi non commerciali; leggero incremento per industria (+ 0,3) e commercio (+5,4 per cento, circa 13.000 occupati in piu').

Significativo l'incremento dell'occupazione femminile (+1,3 per cento, 9.000 posti di lavoro in piu'), contro una analoga diminuzione di quella maschile. E' da notare che l'incremento di donne occupate riguarda, in particolare, il settore del lavoro autonomo, soprattutto nei settori del terziario e del commercio. L'aumento, che pure e' stato registrato, appare minore nel settore del lavoro dipendente. La componente femminile rimane comunque piu' debole, mentre la percentuale di persone in cerca di prima occupazione sembra progressivamente assottigliandosi.

Resta, come si e' detto, il potenziale di lavoro non impiegato con livelli alti di istruzione, particolarmente marcato fra giovani e donne.
Le politiche regionali. "Il rapporto mette in evidenza - commenta l'assessore all'istruzione, formazione e lavoro Paolo Benesperi - che qualcosa sta cambiando nel mercato del lavoro toscano e che gli elementi di novita' piu' volte preannunciati e individuati sembrano consolidarsi, nella nostra regione, piu' rapidamente che in altre realta', con evidenti implicazioni sulle politiche e sulle strategie da intraprendere.

Abbiamo pensato ad avviare un "forum" permanente per permettere a piu' soggetti di dibattere e di confrontarsi su questi temi. Quel che sta succedendo conferma la strategia che la Regione sta seguendo ormai da tempo, basata sulla necessita' di intervenire in un mercato del lavoro fortemente diversificato. Con la nuova legge sui servizi all'impiego, ad esempio, si punta molto su istruzione e formazione, sui percorsi della formazione continua e sulle politiche attive del lavoro: tutte iniziative che ci consentono di affrontare le difficolta' presenti nella nostra regione con maggior senso reale.

Anche il metodo della concertazione, che siamo stati fra i primi ad applicare e che e' ormai consolidato come strumento di confronto fra parti sociali, autonomie locali, privati, ha contribuito a creare un ambiente piu' favorevole per affrontare le questioni legate alla disoccupazione e all'occupazione".

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