Firenze – Negli ultimi anni è emersa con sempre maggiore forza la necessità di adottare approcci interdisciplinari e strutturare una rete di assistenza multiprofessionale integrata, in grado di garantire al paziente oncologico un percorso di cura fluido, coordinato e personalizzato, in stretta continuità tra ospedale, ambulatori specialistici e servizi territoriali. In questa prospettiva, il Dipartimento Oncologico dell’Ausl Toscana centro, con la guida di Luisa Fioretto, ha avviato un progetto di rinnovamento dei percorsi assistenziali oncologici “Governo unitario del percorso del paziente oncologico tra ospedale e territorio”, partito con una fase pilota presso il presidio Santa Maria Annunziata e i servizi zona sud-est, con il coinvolgimento attivo di Elettra Pellegrino, Direttore Sanitario del presidio, e Tiziana Silei Secchini, Direttore Coordinamento Sanitario Servizi zona sud-est.
In linea con gli obiettivi del progetto, da venerdì 12 settembre ha preso il via un nuovo servizio di assistenza oncologica territoriale presso il presidio di San Casciano in Val di Pesa (via del Cassero 19/a). Il servizio prevede la presenza il secondo e il quarto venerdì di ogni mese, di un oncologo afferente alla Struttura operativa semplice (SOS) Oncologia Medica Santa Maria Annunziata e Serristori.
Il Direttore della Struttura dipartimentale Innovazione e Sviluppo Percorsi Oncologici Integrati e Direttore Oncologia medica Santa Maria Annunziata e Serristori, Maria Simona Pino, sottolinea come “in questa prima fase, saranno erogate prime visite oncologiche e controlli di follow-up ma l’obiettivo è un’estensione progressiva delle attività e delle prestazioni oncologiche erogabili in sicurezza, anche a seguito di specifica formazione del personale presente sul territorio”.
Si tratta di un ulteriore investimento da parte dell’Azienda Usl Toscana centro con il Dipartimento Oncologico, per lo sviluppo di una oncologia diffusa, di prossimità, con l’obiettivo di realizzare una reale integrazione tra le strutture ospedaliere e i servizi territoriali. Una tale integrazione consentirà, ad esempio, di gestire sul territorio trattamenti oncologici che non richiedono un’elevata intensità clinico-assistenziale, alleggerendo la pressione sugli ospedali e migliorando l’accesso alle cure.
“L’obiettivo finale - conclude Luisa Fioretto - rimane sempre il paziente: costruire un percorso di assistenza unico, accessibile e coordinato, che lo accompagni verso la struttura più idonea ai suoi bisogni, in ospedale o sul territorio, nel rispetto della dignità, della qualità della vita e della continuità terapeutica”.