FIRENZE- Degustazione di Vernaccia di San Gimignano guidata da Leonardo Romanelli ieri sera a Villa Olmi. L’occasione per la comunità di winelovers riunita intorno al blog del giornalista e docente fiorentino, per scambiarsi gli auguri natalizi.
Romanelli ha annunciato gli appuntamenti dei prossimi mesi a villa Olmi, sempre in collaborazione con la Fisar: a gennaio serata dedicata ai rossi dell’Etna, febbraio Cabernet Sauvignon, mentre marzo sarà del Verdicchio. La serata di ieri era invece tutta per la regina bianca assediata in terra dai rossi, dal 1966 la prima Denominazione di Origine Controllata in Italia.
Sorta di riserva indiana di un vitigno autoctono e georeferenziato, la Vernaccia di San Gimignano se si allontana da quel territorio non può più dare il nome al vino che produce. Ma è anche una riserva (cioè una bottiglia sottoposta a processo di invecchiamento di almeno 12 mesi) capace di una longevità sorprendente e mutevole nel gusto. Una qualità ben nota nella città delle torri, ma che il mercato deve ancora apprezzare adeguatamente.
Approfondimenti
La Vernaccia è un vino universale, che si abbina senza difficoltà con cucina internazionale, grazie alla sua assoluta freschezza, sempre gradevole alla beva, che negli ultimi anni ha ritrovato il credito che merita, anche grazie a tanti produttori appassionati.
Ieri sera a Villa Olmi Leonardo Romanelli ne ha riuniti e introdotti otto insieme ai sommelier della Fisar. Ecco di seguito le loro proposte:
- La Fattoria di Fugnano ha presentato un 2021 prodotto nel piccolo borgo prossimo a San Gimignano, in un’area di 170 ettari di cui 24 vitati. La criomacerazione delle uve da vita a una bottiglia che dischiude profumi fruttati, con un’espressione di gusto pieno e un retro-olfatto di mandorle.
- Le Fattorie Melini, da 300 anni la tradizione enologica
italiana, dal 1860 producono anche Vernaccia, più o meno lo stesso periodo in
cui il brand di Pontassieve propose al mercato l’imbottigliamento nel fiasco
con il tappo di sughero.
I vigneti di Melini si trovano a San Benedetto, su terreni caratteristici di sabbie tufacee in direzione di Certaldo. La Selezione 2021 presentata ieri sera, affinata in parte in barrique, evoca minerale e conchiglie, grafite, ma anche frutto maturo, per un gusto saporito con finale in acidità.
- Il Colombaio di Santa Chiara è un’azienda a conduzione familiare di 22 ettari, che produce tre differenti tipologie ogni anno. Selva Bianca è una bottiglia prodotta in 52.000 esemplari venduti in Italia e all’estero. Un vino di grande gusto nato per la tavola e valido anche dopo due, tre anni. La fermentazione in acciaio e cemento valorizza elementi agrumati, freschezza di erbe aromatiche.
- San Quirico è un’azienda agricola fondata nel 1860, oggi su
14 ettari di cui sette vocati alla Vernaccia, prodotta anche in selezione e
riserva sulla collina di Pancole, fatta di sabbie argillose a 250 metri sul
livello del mare.
Il 2021 vinificato in cemento con certificazione biologica (dal 2000) esprime una freschezza fruttata stuzzicante. Il gusto pieno con viva acidità.
- Signano è un’azienda fondata nel 1961 che oggi raggiunge i 25 ettari di vigneti. Dal 2018 ha certificazione biologica della produzione di Vernaccia in purezza. Il suo 2021 emana un profumo floreale e speziato, con sapidità diffusa e acidità persistente.
- La Lastra è un azienda in biologico dagli anni ’90 sui suoi
otto ettari sangimignanesi, oltre ad altrettanti nei dintorni di Siena.
La Riserva 2020 presentata ieri sera ha un aspetto cristallino e aromi di pesca bianca, melone bianco e pepe verde. La Riserva dischiude al palato sensazioni diverse, persistenti, ideali in abbinamento alle carni bianche.
- Cesani sono una famiglia marchigiana, approdata a San Gimignano nel 1951 durante la fase di crisi della mezzadria. La terza generazione continua a produrre olio e vino sulla collina di Pancole, intorno all’agriturismo dove si trovano anche zafferano e prodotti cosmetici naturali. La Riserva proposta ieri sera, il 2019, offre un bouquet marino con la sua parte iodata, la cui salinità si percepisce anche nel gusto.
- Panizzi è un’azienda agricola di proprietà lombarda dal
1979, che commercializza vino dal 1989, oggi grazie a 50 ettari vitati.
La Riserva generata su terreni tufacei, grazie a un vitigno resistente anche a condizioni climatiche estreme, offre ogni anno che passa un’esperienza ricca di sensazioni sempre nuove.