Firenze, 10 giugno 2025- In 14 milioni hanno risposto all’invito ad andare a votare per i Cinque referendum su lavoro e cittadinanza. Il 30% degli aventi diritto… quindi consultazioni nulle.
“La Giunta Giani di fatto galleggia, ma non naviga, perché l’attuale comandante è troppo impegnato a farsi vedere anziché a farsi sentire dove conta. In questi cinque anni è stato più impegnato a farsi selfie, photo opportunity e la sua personale campagna elettorale anziché a pensare e proporre politiche di crescita della nostra Regione. E adesso, nell’ultima fase di legislatura, ha sposato la deriva ideologica che contraddistingue il Pd della Schlein: da qui l’accettazione della legge sul fine vita, quella sui consorzi industriali pubblici e poi il sostegno incondizionato ai referendum dell’8 e 9 giugno.
Il Presidente si esalta perché la Toscana ha la più alta percentuale di votanti, ma su questo dato vanno fatte due riflessioni. Si è messo insieme di tutto (da Italia Viva fino alle frange più estreme della Sinistra) più per fare una campagna contro il Governo che a favore dei lavoratori. Dopodiché va detto che con la politica ideologica la Toscana non cresce! A dire questo non è il Centrodestra in Consiglio regionale, ma Bankitalia che proprio ieri ha scritto nero su bianco che la nostra Regione cresce meno rispetto alla media italiana.Giani avrebbe dovuto occuparsi di temi strutturali e non fare solo campagna elettorale per provare a tenere insieme il campo largo.
La sua sovraesposizione mediatica tenta di coprire le falle di un sistema di governo che fa acqua da molte parti, e basta scavare un po’ per capire che molti problemi risultano irrisolti. Quanti risultati di sostanza ha portato a casa il Governatore? Nessuno. Dai trasporti alle infrastrutture (pensiamo alle condizioni delle linee ferroviarie per non parlare poi della principale arteria che collega Firenze alla costa), dall’economia ai servizi la Toscana sta scivolando verso la stagnazione economica.La nostra Regione ha delle enormi potenzialità umane, sociali ed imprenditoriali oltreché eccellenze a livello di innovazione e ricerca che sono però imbrigliate in una politica stanca e vecchia di 50 anni.
La Toscana ha il diritto di tornare a crescere ed essere una delle grandi Regioni d’Italia e d’Europa ma servono politici e amministratori che abbiano a cuore il destino dei toscani e che siano disposti a scegliere rotte nuove su cui indirizzare la nave” lo afferma il portavoce dell'opposizione in Consiglio regionale Alessandro Capecchi.
Jacopo Mazzantini, segretario del Pd Empolese Valdelsa, commenta i risultati del referendum elettorale: «Vogliamo, soprattutto, ringraziare i tanti che nell’Empolese Valdelsa si sono recati ai seggi per dare il proprio contributo ad un momento di partecipazione democratica importante.
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Una partecipazione nettamente superiore alla media nazionale, che gratifica il lavoro instancabile dei tanti volontari, anche del Partito democratico, che in questi mesi hanno portato avanti generosamente la campagna referendaria.
In un Paese dove l’astensione galoppante mette in crisi il sistema democratico e chiama in causa giustamente i partiti ed i suoi gruppi dirigenti rispetto a quel rapporto fiduciario che con una parte significativa della cittadinanza è manifestamente venuto meno, una consultazione referendaria che raggiunge il 30% di affluenza nonostante l’invito del centrodestra di Governo a disertare le urne, ci dice che per 14 milioni di italiani questi temi erano importanti e che la quasi totalità di loro ha manifestato la richiesta di cambiamento attraverso il voto.
Non c’è stata nessuna spallata al Governo Meloni, occorre essere franchi e il risultato referendario rispetto ai quesiti è quello di una sconfitta, ma guai ad aprire le solite discussioni ombelicali che ci rendono autoreferenziali agli occhi della gente e acuiscono quella frattura fiduciaria già profonda fra partiti e cittadini.
Parta, piuttosto, da qui un confronto propositivo nel PD e con il centrosinistra tutto, per condividere proposte in grado di rispondere a quell’istanza di rappresentanza e protezione che esce da queste urne e che da tempo proviene dal mondo del lavoro, inteso in senso lato, in un Paese, l’Italia, che in Europa negli ultimi 30 anni si è caratterizzato per la peggiore regressione del potere di acquisto degli stipendi.
Occorre, infine, prendere atto che lo strumento referendario mostra per l’ennesima volta, come avviene da molti anni, i limiti legati al necessario raggiungimento del quorum, che unisce gli indifferenti a coloro che, ogni volta, sono consapevolmente contrari nel merito. Ciò impone una riflessione trasversale in Parlamento, per apportare quanto prima quei correttivi idonei a valorizzare maggiormente lo strumento di democrazia diretta che resta prezioso purché realmente in grado di incidere sotto il profilo legislativo».
“C'è un chiaro dato politico del referendum: a fronte di un governo politico eletto, dopo anni di tecnici, che sta portando avanti la sua azione in Italia e in Europa, un governo che c’è e prende posizione, si registra la completa assenza dell'opposizione, incapace di dettare un tema identificativo o una proposta di valore per il Paese reale” Comincia così la riflessione di Paolo Bambagioni, consigliere comunale della Lista civica Eike Schmidt e Presidente della Commissione Controllo “In tutto questo, complimenti a Landini – l’unico per altro ad aver ammesso la sconfitta – che ha reso il sindacato confederale Cgil sempre di più socio di maggioranza del PD, inserendo i suoi uomini in tutti i ruoli chiave, lo si vede anche dalla città di Firenze e non solo”.
L’ex sindaco di Signa ed ex consigliere regionale definisce poi “stucchevoli i tentativi della sinistra che cerca di scappare di fronte alle responsabilità della sconfitta. Vedo che gli esponenti locali, regionali, nazionali tutti intenti ad arrampicarsi sugli specchi o a vedere il bicchiere un po’ meno vuoto”.
“Si pone, anche, il tema dell’uso e dell’abuso del referendum, che dovrebbe essere limitato a tematiche molto più importanti e decisive”, conclude Bambagioni.
All’indomani del referendum abrogativo, i sindaci della Val di Bisenzio esprimono un ringraziamento condiviso a tutti coloro che hanno reso possibile il regolare svolgimento delle operazioni elettorali. «Un grazie sincero – dichiarano Guglielmo Bongiorno, Francesca Vivarelli e Maria Lucarini, sindaci di Cantagallo, Vaiano e Vernio – va a tutti i componenti dei seggi, alle forze dell’ordine e ai dipendenti comunali che, con serietà e impegno, hanno garantito il corretto funzionamento delle procedure di voto. La democrazia vive anche grazie al loro lavoro silenzioso e prezioso».
Dai primi cittadini dei tre Comuni arrivano anche considerazioni politiche e istituzionali legate all'esito del referendum, che ha visto a Cantagallo un'affluenza del 37,26%, a Vaiano del 39,15%, la più alta della provincia di Prato, e a Vernio del 36,23%.
«La partecipazione è stata tra le più alte a livello nazionale, segno che nei nostri territori la democrazia e la libera espressione del voto hanno ancora un valore enorme. Era evidente la difficoltà di raggiungere il quorum – commenta il sindaco di Cantagallo, Guglielmo Bongiorno – ed è chiaro che la voce di oltre 12 milioni di italiani, lo stesso numero che tre anni fa consentì al centrodestra di vincere le elezioni politiche, non può rimanere inascoltata. Dopo gli anni del riformismo liberista finalmente la sinistra si riunisce a tutela della parte meno protetta del mondo del lavoro, ritornando al proprio ruolo di contrasto alle disuguaglianze sociali e territoriali.
Così come non può rimanere inascoltato, fermo restando il punto che chi nasce in Italia ha diritto alla cittadinanza, il segnale sul tema migratorio, per il quale è urgente ripensare il modello, magari destinando alla cooperazione internazionale e allo sviluppo dei paesi più deboli le risorse oggi destinate agli armamenti».
«Il mancato raggiungimento del quorum – afferma Francesca Vivarelli, sindaca di Vaiano - si inserisce in un processo ormai strutturale di crisi della democrazia. Il senso di sfiducia di larga parte della popolazione interroga le istituzioni, la politica, i cosiddetti corpi intermedi. Auspico che prima o poi si affronti seriamente un tema complesso, strettamente connesso alla frammentazione del mondo del lavoro e all’impoverimento dei lavoratori, tanto sul piano dei diritti quanto su quello economico. Aggiungo che mi sembra un errore colpevolizzare chi non si è recato alle urne. Il fatto che il Comune di Vaiano sia quello nella provincia di Prato con la più alta percentuale di partecipanti al voto è un dato di fatto a cui guardare con la giusta prospettiva, come una piccola fiammella, che andrebbe alimentata per evitare che si spenga».
«Che il quorum fosse difficile da raggiungere era noto. Ma quando oltre due terzi degli italiani scelgono di non partecipare, non si può far finta di nulla. È il segnale di una disaffezione profonda verso la politica, che dovrebbe preoccupare tutti. Invece, da chi governa, non è arrivata alcuna riflessione: anzi – sottolinea Maria Lucarini, sindaca di Vernio - si è arrivati perfino a incoraggiare l’astensione, un grave segno di irresponsabilità verso gli elettori, 12 milioni si sono comunque espressi, e verso le istituzioni. Dalle urne emerge con forza un messaggio: diritti, lavoro, cittadinanza sono temi urgenti. Il Paese ha bisogno di una proposta politica nuova e credibile, che metta al centro il lavoro e la dignità di chi vive qui e contribuisce ogni giorno alla nostra comunità. Chi nasce e cresce in Italia deve essere cittadino italiano».