L’Orchestra della Toscana inaugura la sua 45ª stagione con un percorso che intreccia identità toscana e respiro europeo. Sul podio Diego Ceretta, direttore principale al suo terzo anno con l’ORT, per un concerto dedicato a Luciano Berio nel centenario: un tributo non solo all’autore di Rendering, ma anche al nostro direttore artistico dei primi anni ’80, cui si devono, il riconoscimento come Istituzione Concertistica Orchestrale e una vocazione contemporanea che ci accompagna ancora oggi.
Il programma si apre con Luigi Cherubini, Concert Ouverture in sol maggiore.Fiorentino, nato nel 1760 in via Fiesolana, figlio del maestro al cembalo della Pergola, Cherubini incarna l’anima “classica” del cartellone. L’ouverture, diretta dall’autore a Londra nel 1815, alterna un Larghetto introduttivo a un Allegro di taglio vigoroso, con un dialogo serrato tra i settori orchestrali: pagina compatta, lavorata “a fuoco” sinfonico, che già guarda oltre il classicismo.
Curiosità d’epoca: Beethoven lo stimava al punto da definirlo il più autorevole tra i suoi contemporanei. Con Rendering si arriva al cuore della serata e del nostro omaggio. Berio lavora sui frammenti della Decima Sinfonia in re di Franz Schubert e sceglie la via del “restauro”, non del completamento: le parti schubertiane restano nitide, mentre i vuoti vengono dichiarati e attraversati da un tessuto connettivo “lontano”, sempre pianissimo, segnato dal suono della celesta.
Nel primo movimento emerge un colore schubertiano con lampi mendelssohniani; l’Andante, “abitato dallo spirito di Mahler”, accoglie persino un piccolo canone scolastico che Schubert stava studiando negli ultimi giorni; il finale, il più polifonico del giovane Franz, alterna natura di Scherzo e Finale, ambiguità che i “cementi” di Berio rendono espressiva. È un rito di ascolto sul passare del tempo: la memoria che respira nel presente. A chiudere la serata Robert Schumann con la Sinfonia n.
3 in mi♭ maggiore op. 97 “Renana”. Composta a Düsseldorf tra fine 1850 e inizio 1851 e presentata con successo clamoroso, la “Renana” è un quadro di vita sul Reno: slancio festoso nel primo movimento; uno Scherzo di passo danzante (Ländler) che scorre “come il fiume”; un Lento sospeso; quindi il celebre Maestoso “in spirito di cerimonia” con i tre tromboni, eco della consacrazione nel Duomo di Colonia; il finale richiude il cerchio nella luce.
Lettura ideale per la linea di Ceretta, attenta a energia e chiarezza formale. Diego Ceretta (classe 1996) coltiva un rapporto di racconto condiviso con l’orchestra: gesto energico e preciso, curiosità e rigore. Dopo debutti e inviti con compagini italiane e internazionali, a Firenze guida un’ORT profondamente rinnovata, con cui prosegue la sua ricognizione del grande sinfonismo romantico.
Il concerto reca esplicitamente la dicitura “Per Luciano Berio” e chiude un anno di omaggi iniziato a Capodanno. Non è un tributo formale: Berio ha inciso sul nostro DNA, tra radicamento in Toscana (Tempo Reale, Firenze e Radicondoli) e proiezione internazionale. Rendering torna così nel luogo giusto, dentro una storia che gli appartiene.