“L'Arno fa ancora paura?": se ne parla ai Georgofili

L'università di Firenze studia i nostri corsi d'acqua e gli effetti della manutenzione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 Maggio 2016 23:06
“L'Arno fa ancora paura?

Lunedì 16 maggio 2016 alle ore 15, nella sede dell'Accademia dei Georgofili si svolgerà una tavola rotonda sul tema: "L'Arno fa ancora paura?". L'iniziativa è stata promossa dal Centro Studi Emergenze in collaborazione con l'Accademia dei Georgofili, il Progetto Firenze 2016 e il Centro Servizi Volontariato Toscana. Il tema mette a fuoco le apprensioni, tutt'altro che sopite, dei fiorentini sul rischio idraulico del loro fiume, soprattutto dopo le allarmanti affermazioni che ha reso pubbliche il Comitato Tecnico Scientifico Internazionale del Progetto Firenze 2016, presieduto dal Prof.

Gerald E. Galloway Jr. dell'Università del Maryland: "E’ opinione dell’ITSC che Firenze permanga ad elevato rischio di alluvione. Il Comitato ritiene che le conseguenze di un nuovo evento possano eccedere quelle già verificatesi nel 1966 e che il rischio possa crescere in conseguenza dell’uso del territorio. Il problema non è se un’alluvione di pari entità o superiore a quella del 1966 colpirà ancora la città di Firenze, ma quando ciò accadrà". Il Comitato ha sottolineato inoltre il livello catastrofico di una possibile alluvione, osservando che: "Se, nelle attuali condizioni, un evento di intensità simile a quello del 1966 si abbattesse sulla città, le conseguenze su persone, patrimonio artistico, abitazioni e infrastrutture sarebbero disastrose".

E' inconfutabile che nel mezzo secolo trascorso lo Stato, nell'accezione più ampia del termine, ha rivolto alla sicurezza di Firenze dal rischio alluvionale attenzioni innegabilmente esigue: il rischio idraulico dell'Arno è stato incredibilmente sottostimato. Alla tavola rotonda, il cui moderatore sarà il Prof. Giorgio Federici dell'Università di Firenze, prenderanno parte amministratori pubblici e studiosi del settore. L'incontro è aperto al pubblico.

Prosegue la collaborazione tra il consorzio di bonifica 1 Toscana Nord e la Scuola di Agraria dell'Università di Firenze per studiare e approfondire gli effetti prodotti sul deflusso delle acque, dalla vegetazione che cresce spontanea nei canali di bonifica. Il progetto di studio, avviato lo scorso anno e condotto dal GESAAF, (il dipartimento di Gestione dei Sistemi Agrari, Alimentari e Forestali dell'Università di Firenze), prende le mosse da uno dei problemi più dibattuti in campo idraulico, ovvero quanto la presenza di vegetazione interferisce sul moto dell'acqua.

La letteratura disponibile si concentra soprattutto su situazioni più evidenti: grandi fiumi e vegetazione arbustiva di grandi dimensioni, mentre ben poco è rappresentato per i canali di bonifica, come quelli gestiti dal Consorzio, caratterizzati da scarsa o nulla pendenza, piccole sezioni, poca quantità d'acqua. La manutenzione dei corsi d'acqua, attraverso il taglio della vegetazione che cresce sulle sponde e dentro l'alveo, è una delle principali attività istituzionali che il consorzio esegue in modo costante per ridurre il rischio idraulico e prevenire esondazioni e allagamenti. La sperimentazione, iniziata lo scorso anno, proseguirà anche per il 2016.

Un team di esperti e ricercatori dell'università, coadiuvato dal personale del Consorzio, ha scelto un canale di bonifica nella zona di Viareggio, ideale per svolgere le prove: pendenza, sezione, profondità, forma del corso d'acqua e tipologia di vegetazione che vi cresce all'interno, sono tutte caratteristiche che si prestano perfettamente allo studio. Con l'ausilio di pompe mobili, viene immessa acqua nel canale in modo da simulare un evento di piena; a questo punto vengono misurate le variazioni del deflusso dell'acqua in presenza di vegetazione a vari stadi: folta e rigogliosa, parzialmente tagliata e con il canale completamente pulito.

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