La Vittoria dei Rossi “vista” da Massimiliano Petragallo detto I' Cieco

Come nasce un gruppo vincente

Massimo
Massimo Capitani
01 luglio 2019 18:15
La Vittoria dei Rossi “vista” da Massimiliano Petragallo detto I' Cieco
foto: Alessandro Zani

Tre finali in tre anni. La prima nel 2017, una sconfitta all’ultimo minuto che poteva demoralizzare un gruppo nuovo, e poi due vittorie di fila - che dal 2011 erano riuscite solo ai Bianchi. I Rossi di Santa Maria Novella sono una grande realtà del Calcio Storico Fiorentino e tutti dovranno farci i conti, a cominciare dall’edizione 2020.

Gruppo solido, organizzazione di gioco funzionale al nuovo regolamento ed un Quartiere che li segue passo passo. Ma vediamo di farci raccontare qualcosa in più da Massimiliano Petragallo, che con i colori di Santa Maria Novella è sceso in piazza per la prima volta nel 1995.

I Presupposti delle vittorie: “Quattro anni fa è stato chiamato ad allenare Dimitri Rocchi, con lui, la dirigenza ed i veterani del gruppo, si è cercato di costruire un progetto di lunga durata, non legato ad una singola partita, ad un torneo, ma ad un programma più ampio. Certo per qualsiasi progetto, idea di gioco, è necessario avere gli uomini, altrimenti non fai nulla. Per questo aspetto sono importanti la nostra palestra di pugilato ed in rugbisti della Florentia Rugby”.

Evoluzione nel gioco: “ Siamo stati sempre un Quartiere tosto, di carattere, con una battuta molto forte, ma con qualche problema a verticalizzare ed a fare caccia. In questi ultimi anni è andata meglio”.

- Non mi dici altro, sulla tattica, sul gioco.

- Mica vorrai che ti dica le strategie.

- Ok, allora lo dico io, avete una battuta che funziona alla grande, regge l’urto avversario e protegge i portatori di palla. Fra questi avete Gianassi, molto forte fisicamente, che rompe la linea avversaria e favorisce gli inserimenti dei folletti come Lopez, Renzoni, oppure di altri, come Amanuel e Fattori.

Massimiliano sorride ed accarezza il suo cane.

Età media, giocatori vecchi e nuovi: “Abbiamo un’età media bassa, c’è un ricambio continuo, dei veterani sono rimasti, Lo Bue, Picone, Borselli, Lufti, Bocci, Lopez, Putrone. Mentre dei nuovi - oltre a quelli che hai menzionato te - ci sono Casamassima, Marri, Fashandi, Marin.

Mi dici i vostri uomini non Calcianti che scendono in campo: “Per noi sul sabbione ci sono, Claudio Degl’Innocenti, Dimitri Rocchi e Luigi Lopez.

Il primo è l’Alfiere, e che sta in garitta e sul campo fino a dieci metri. Il secondo è il Capitano, che può andare sul campo dove vuole, mentre il terzo fa l’Allenatore e si muove solo lungo il lato della balaustra. Dimitri, che di fatto è l’allenatore, ha scelto di vestire i panni del Capitano per essere in campo con i ragazzi.

Ma quest’anno l’hai fatto te l’Alfiere:

- Sì, abbiamo avuto un piccolo incidente sul pullman che ci portava in Piazza, e Claudio, che è e rimane il nostro Alfiere, ha avuto un problema e così i ragazzi hanno deciso che dovevo farlo io.

- E com'è andata?

- Bene, benissimo, una fatica però, con quel giubbotto addosso... un caldo incredibile e poi la tensione ed il resto, insomma una fatica, più che giocare.

- Ed in campo ti rivedremo?

- Ho esordito nel 1995 ed ho giocato fino al 2017, ad un certo punto bisogna dire basta, anche se non giochi più, puoi trasmettere la passione ai ragazzi nuovi, puoi insegnare l'appartenenza al Colore. Questo è un gioco duro, dove si rischia, dove si prendono le botte, se giochi per te stesso, solo per farti bello, alla fine ti tiri indietro e la squadra non va da nessuna parte.

- Ho solo un'altra domanda, ma ci tieni davvero al tuo soprannome.

- Certo, il Cieco, non vedente. Ci tengo eccome.

Massimiliano se ne va con il suo cane fuori dall'aria condizionata del bar ed io lo seguo, pensando sotto al sole cocente al titolo di questo pezzo.

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