In arrivo 6,2 milioni di euro per 72 piccoli Comuni toscani

Le risorse, previste dal DL Rilancio, sono state stanziate con un decreto della presidenza del Consiglio, che dispone complessivamente di 210 milioni di euro per 3.101 Comuni, ovvero quelli più marginali e meno popolosi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 settembre 2020 12:09
In arrivo 6,2 milioni di euro per 72 piccoli Comuni toscani

Sono in arrivo 6,2 milioni di euro per 72 piccoli Comuni toscani, a sostegno delle attività economiche, artigianali e commerciali delle aree interne. Le risorse, previste dal DL Rilancio, sono state stanziate con un decreto della presidenza del Consiglio, che dispone complessivamente di 210 milioni di euro per 3.101 Comuni, ovvero quelli più marginali e meno popolosi, che necessitano di un maggior sostegno all'economia locale anche a seguito dell'emergenza sanitaria da Covid19.

Qui la tabella con la ripartizione dei fondi per la Toscana.

Si tratta di contributi a fondo perduto per la gestione, la ristrutturazione o l’ammodernamento delle aziende, spalmati sulle annualità 2020, 2021 e 2022. Un provvedimento importante, che nella direzione di quanto sostenuto da tempo dall’ANCI per orientare le politiche a favore dei piccoli Comuni, montani, collinari o comunque in situazioni “svantaggiate”, per uno sviluppo delle economie locali che oltre a valorizzare i territori, consentono di mantenere e creare nuove opportunità di lavoro arginando lo spopolamento e favorendo così la crescita demografica.

Nello specifico, si legge nel decreto, “le azioni di sostegno economico possono ricomprendere l’erogazione di contributi a fondo perduto per le spese di gestione; iniziative che agevolino la ristrutturazione, l’ammodernamento, l’ampliamento per innovazione di prodotto e di processo di attività artigianali e commerciali, incluse le innovazioni tecnologiche indotte dalla digitalizzazione dei processi di marketing on line e di vendita a distanza, attraverso l’attribuzione alle imprese di contributi in conto capitale ovvero l’erogazione di contributi a fondo perduto per l’acquisto di macchinari, impianti, arredi e attrezzature varie, per investimenti immateriali, per opere murarie e impiantistiche necessarie per l’installazione e il collegamento dei macchinari e dei nuovi impianti produttivi acquisiti”.

Il contributo è stato determinato tenendo conto della perifericità e della minore dimensione demografica articolata in due fasce: fino a 3mila abitanti e fino a 5mila abitanti. I criteri, definiti dal governo e di cui Anci ha comunque richiesto la revisione, servono per determinare il grado di perifericità di un Comune, che è conseguenza della presenza o meno sul territorio dei servizi essenziali e della rapidità di accesso tramite il sistema viario locale.

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