“Inserire il diritto allo sport in Costituzione è un impegno importante, che sosteniamo con forza: questo atto di indirizzo è nato per accompagnare questa battaglia doverosa che ha avuto un lungo percorso parlamentare ma ora sembra arrivato al termine finalmente. Non si tratta solo di un passaggio formale, ma di un cambio di passo politico e culturale. Serve investire adeguatamente nello sport, soprattutto alla luce delle difficoltà che sta affrontando questo settore. È necessario pensare allo sport come momento fondamentale di formazione e cultura, determinante per la crescita dei giovani e per la trasmissione dei valori ad esso connesso.
Abbandonare quelle resistenze che in passato hanno visto poco corrispondere i doveri dell’essere studente al fatto di essere atleta, anzi rovesciare questo paradigma e valorizzare il merito sportivo anche perché ormai è consolidata la relazione tra apprendimento e movimento che vanno in perfetta sintonia. Così come dello sport sono molteplici i benefici sia sociali che economici. L’attività sportiva costante sappiamo bene, riduce il rischio di malattie, ed i conseguenti costi sanitari. Senza contare il ruolo centrale dello sport nel prevenire disturbi legati a fenomeni cognitivi e degenerativi e a patologie cardiovascolari e respiratorie.
Promuovere una volta per tutte il diritto allo sport deve andare in questa direzione. Inserirlo in Costituzione è un grande traguardo utile a favorire politiche a sostegno di un settore che nella sua declinazione più ampia non servirà solo a raccogliere medaglie ma a far crescere il benessere economico e sociale del nostro Paese”.
Così Nicola Armentano, capogruppo Pd a Palazzo Vecchio, sulla risoluzione, di cui era primo firmatario, approvata in Consiglio comunale per la modifica dell’articolo 33 della Costituzione concernente il diritto allo sport.
