Firenze: Patti territoriali per ridurre i massimi dei canoni di affitto

Prima città in Italia ad aver sottoscritto i nuovi accordi per abbassare le locazioni a canone concordato. L'assessore Vannucci: “Firma importante, ha un grande valore ”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 giugno 2020 20:09
Firenze: Patti territoriali per ridurre i massimi dei canoni di affitto

Firenze è la prima città in Italia ad aver firmato i nuovi accordi territoriali sugli affitti per aiutare le famiglie ad affrontare le difficoltà che il Covid-19 ha inasprito anche in questo settore. Diverse sono le misure concordate dai sindacati degli inquilini e dalle associazioni dei proprietari degli immobili sul fronte affitti, valide per il capoluogo toscano e i Comuni limitrofi.

I patti territoriali tengono in forte considerazione l’emergenza abitativa cittadina aggravatasi con il Coronavirus e le conseguenze che ha avuto su inquilini e proprietari delle abitazioni destinate alla residenza privata, temporanea e turistica. L’obiettivo per il quale sono stati sottoscritti è abbassare gli affitti privati stipulati a canone concordato. In questo contesto è stato individuato un percorso condiviso tra Comune, sindacati degli inquilini e associazioni dei proprietari immobiliari per favorire la stipulazione di contratti di locazione a canone concordato che prevedono canoni inferiori rispetto alle altre tipologie contrattuali, la riduzione del canone oppure il passaggio a contratto concordato; per promuovere la trasformazione dei contratti in corso in nuovi contratti a canoni più sostenibili e prevedere misure di garanzia e sostegno per il pagamento dei canoni per favorire l’inserimento nel mercato locativo residenziale di alloggi già destinati alla ricezione turistica, sostenendo il recupero del tessuto urbano e sociale.

Questo percorso di collaborazione tra i tre soggetti è stato definito nel protocollo firmato oggi a Palazzo Vecchio dall’assessore alla Casa Andrea Vannucci, dalle associazioni dei proprietari (Appc, Asppi, Confabitare, Confedilizia, Uppi) e dalle organizzazioni sindacali degli inquilini (Sunia, Sicet, Uniat, Unione inquilini). Il protocollo, della durata di tre anni, dà infatti attuazione agli accordi territoriali sulle locazioni abitative promossi dall’amministrazione comunale fiorentina.

“È una firma importante che ha un grande valore pratico, oltre che simbolico - ha detto l’assessore Vannucci -. È il primo patto territoriale che a livello nazionale viene rivisto dopo l’emergenza Covid e per questo ringrazio i sindacati degli inquilini e dei proprietari immobiliari per il grande impegno e la collaborazione mostrata. Il protocollo che abbiamo firmato oggi è una misura che nasce dal confronto delle parti, dalla volontà di voler coniugare esigenze diverse ma coincidenti, favorendo la coesione sociale. L’accordo ha trovato anche da parte del Comune una grande disponibilità verso l’accordo, attraverso l’adozione di un protocollo per l’Imu con l’obiettivo di favorire il rapporto tra locatore e locatario nell’interesse della città e dei suoi cittadini”.

“È uno strumento efficace per regolare e calmierare il mercato - ha detto la segretaria generale del Sunia della Toscana Laura Grandi in rappresentanza dei sindacati degli inquilini che hanno firmato il protocollo -. L’accordo territoriale ha la funzione di rendere più sostenibili i canoni di locazione. Oggi è stato firmato un importantissimo accordo tra sindacati dei proprietari e degli inquilini, con il contributo del Comune, che tiene conto della gravissima crisi economica che si è ‘abbattuta’ sulla nostra città. Intervenendo ad abbassare del 10% i livelli degli affitti, si cerca di limitare i danni causati dalla pandemia a centinaia di famiglie. Questo accordo è il muro portante della cosiddetta pace sociale, di cui da tempo stiamo parlando e i sindacati sono orgogliosi e soddisfatti di aver contributo al raggiungimento di questo risultato”.

“Le organizzazioni sindacali della proprietà esprimono soddisfazione per la firma del nuovo accordo territoriale - ha detto l'avvocato Marco Gaito, Delegato UPPI per le sedi Provinciali in rappresentanza delle associazioni sindacali della proprietà -, strumento importante per il mantenimento del tessuto economico sociale dell’area metropolitana fiorentina. Ringraziamo il Comune di Firenze per il conseguente riconoscimento alla richiesta di sostegno e agevolazione avanzata dai proprietari, categoria pure colpita dall’emergenza sanitaria, che si concretizza con la riduzione dell’Imu al minimo di legge”.

Gli obiettivi del protocollo sono intervenire anche nel mercato delle locazioni private allo scopo di favorirne l’allargamento, estendendolo agli alloggi attualmente sfitti, incrementando così l’accesso alle locazioni da parte dei settori sociali che attualmente ne sono esclusi; cercare di risolvere il problema degli sfratti per finita locazione e soprattutto di quelli per morosità, incentivando la trasformazione delle finite locazioni in nuovi contratti; ricondurre alla legalità il mercato degli affitti sommersi e irregolari; disincentivare le locazioni a uso turistico, favorendo i contratti a uso di abitazione principale e migliorare la manutenzione degli immobili nel rispetto delle norme sulla sicurezza, della tutela della salute e del risparmio energetico.

Sulla base del protocollo il Comune si impegna a sottoporre al Consiglio comunale la proposta di mantenere nell’anno in corso l’aliquota agevolata Imu, attualmente prevista per i canoni concordati. Nel corso del 2020, poi le associazioni firmatarie dell’accordo, si impegnano a effettuare un monitoraggio dei contratti stipulati con canone di locazione inferiore almeno del 10% rispetto al valore massimo della fascia di riferimento, come individuata dall’accordo territoriale. Sulla base di questi risultati poi il Comune di Firenze valuterà la possibilità di adottare, dall’anno d’imposta 2020, una specifica aliquota agevolata, compatibilmente con le proprie esigenze di bilancio.

Il Comune inoltre si impegna, compatibilmente con le proprie esigenze di bilancio, a riconoscere l’agevolazione anche ai locatori che concordano la riduzione del canone di locazione dei contratti già in essere a un importo inferiore del 10% rispetto al canone massimo calcolato secondo quanto previsto nell’accordo territoriale, risolvendo un contratto a canone libero, transitorio o locazione breve.

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