Le vie di Firenze: un universo di pietra in pericolo

In un libro gli esperti affrontano il problema della conservazione del lastrico stradale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 novembre 2012 22:28
Le vie di Firenze: un universo di pietra in pericolo

Le celebri cronache di Giovanni Villani, Ricordano Malispini o Leonardo Bruni, che ci raccontano dei palazzi, delle torri e delle strade fiorentine, confermano quello che è già davanti ai nostri occhi: Firenze è una "città di pietra". Che si tratti di pietra serena, pietra forte o macigno, questo materiale è una componente basilare della struttura e dell´immagine della città. Proprio ai lastrici e al disegno pavimentale delle strade del centro storico fiorentino è dedicato il libro Firenze, la materia della città, (pp.

360, euro 24), edito da Polistampa nella collana del Dipartimento di Restauro e Conservazione dei Beni Architettonici dell´Università di Firenze. Il volume è curato dal professor Francesco Gurrieri, tra i maggiori esperti italiani di restauro e conservazione dei beni culturali, e ha lo scopo di sensibilizzare sullo stato delle nostre strade, il cui lastrico va considerato la `pelle´ della città storica, assumendo la dignità di componente organica della sua immagine."Gli ultimi decenni", spiega Gurrieri, "sono stati caratterizzati da atteggiamenti controversi e abbastanza incongrui: nello stesso momento in cui si celebrava la storicità dei lastrici, per motivi economici si colmavano con asfaltature lacune o zone abrase al traffico".

Dai casi affrontati nel volume, tra cui quello emblematico di Piazza della Signoria, emergono i diversi aspetti di un problema di conservazione che ha radici storiche e che è legato all´impoverimento professionale, alla difficoltà di reperimento dei materiali, a una pratica tecnico-economica sempre più sbrigativa. I contributi degli esperti spaziano dagli aspetti storici a quelli tecnici e legislativi: dopo Gastone Petrini, che nel svolge considerazioni sui rapporti di qualità urbana, Alessia Lenzi indaga con puntualità filologica sui lastrici dalla Repubblica fiorentina al Granducato mediceo e poi ancora sulle "misurazioni" e l´impiego del porfido dopo la guerra 1915-18.

Antonio Moncini, soffermandosi sulla stagione `lorenese´, descrive le normative tecniche della messa in opera dei lastrici fra il 1781 e il 1913. Il testo è arricchito, oltre che da un prezioso "quadro dei lastrici" a cura di Casimiro Pagano, da un´ampia appendice documentaria in cui spiccano le numerose fotografie a colori realizzate da Adriano Bartolozzi, che ci portano a spasso per strade e piazze dentro l´anima di pietra della città, un´anima tuttora in grave pericolo. Gherardo Del Lungo

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