Al Teatro Niccolini di Firenze l'omaggio a Mister Volare

Gennaro Cannavacciuolo nei panni di Domenico Modugno, con musiche dal vivo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 ottobre 2021 07:40
Al Teatro Niccolini di Firenze l'omaggio a Mister Volare

Con oltre 500 repliche è ormai un “cult” del teatro italiano. Gennaro Cannavacciuolo approda da giovedì 7 a domenica 10 ottobre al Teatro Niccolini di Firenze e porta con sé lo spettacolo “Volare, concerto a Domenico Modugno”.

Inizio ore 19,30, ad eccezione della recita domenicale, ore 16. Biglietti posti numerati 17/20/27 euro. Prevendite sul sito ufficiale www.teatroniccolini.com, su www.ticketone.it e nei punti prevendita di Box Office Toscana. Sconto per soci Coop, under 21 e over 65. Ricordiamo che per accedere al teatro occorre presentare il Green Pass e un documento d’identità.Definito dalla critica “un autentico gioiello”, Volare è tutto dedicato a Domenico Modugno: un tuffo emozionante nella storia della grande canzone italiana. Il recital di Gennaro Cannavacciuolo propone, in una reinterpretazione personale, le varie strade musicali percorse da Modugno.

Nella prima parte, via con le canzoni dialettali e macchiettistiche, da “O ccafè” a “La donna riccia”, da “La cicoria” e “U pisci spada”, alla più famosa “Io mammeta e tu”; fino ai monologhi teatrali e al suggestivo dialogo tra madre e figlio tratto dalla commedia musicale “Tommaso D’Amalfi” di Eduardo de Filippo, eseguito con l’apporto della voce registrata di Pupella Maggio che volle dare il suo contributo a questo spettacolo.

Nella seconda parte da atmosfera brechtiana, largo alle canzoni d’amore più famose lanciate da Modugno come “Vecchio frac”, “Tu si na cosa grande”, “Resta cu mme” e così via sino all’ormai inno nazionale “Nel blu dipinto di blu”, cantato e danzato a mo di Tip Tap alla maniera di Fred Astaire.

Uno spettacolo coinvolgente ed interattivo, applaudito dalla critica più esigente, che propone un alternarsi sottile di momenti comici e di alcuni più melanconici, di aspetti gioiosi e di suggestive evocazioni poetiche. Cannavacciuolo miscela il pathos di Di Giacomo al realismo triste-ironico di Eduardo, approdando con successo ad una comicità teatral-musicale dai mille volti.

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