Sollicciano sotto accusa: violenze contro un detenuto?

Il capogruppo di Sinistra per Firenze Cruccolini punta il dito contro sovraffollamento e violenza

Redazione Nove da Firenze
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08 agosto 2009 20:26
Sollicciano sotto accusa: violenze contro un detenuto?

Poche settimane fa è stato un sessantenne italiano a togliersi la vita nel carcere. Oggi l’episodio riportato dalla stampa sulle presunte violenze delle guardie carcerarie contro un detenuto immigrato. Alla notizia si potrebbe aggiungere il caso di Niki Aprile Gatti, morto il 24 giugno 2008. Il Carcere di Sollicciano dal 1983 è il principale istituto di detenzione di Firenze, e si trova in via Girolamo Minervini 2/r. Ma dentro questo carcere i detenuti muoiono. Le cause? “E' purtroppo un’altra pagina negativa delle realtà carceraria di Sollicciano.

Spero che il garante dei detenuti intervenga e ci faccia conoscere dettagliatamente come sono andate le cose. Non è possibile che chi è privato della libertà debba subire ulteriori violenze, violenze che ultimamente abbiamo constatato sono rivolte in particolare contro i cittadini stranieri”. E’ quanto afferma il capogruppo di Sinistra per Firenze Eros Cruccolini. “La prossima settimana - annuncia Cruccolini - andrò a Sollicciano per incontrare il detenuto e rendermi conto delle sue condizioni di salute.

Confido che la magistratura possa fare chiarezza al più presto”. Cruccolini fa poi notare come “nei mass media l’immagine che viene percepita della situazione carceraria toscana è ambigua: da un lato c’è la felice situazione di Gorgona, con l’esperienza dei detenuti impiegati nell’agricoltura; dall’altro c’è il tema del sovraffollamento e della violenza”. “Come Sinistra per Firenze - continua - vogliamo impegnarci perché possa svilupparsi un processo concreto per dare continuità al lavoro positivo svolto in questi anni con le amministrazioni locali e la Regione e anche con l’associazionismo e il volontariato, superando così tutta una serie di problemi che ci portiamo dietro da tempo e che non ci danno speranza di un reale reinserimento di donne e uomini della vita quotidiana”.

“Il Governo - conclude Cruccolini - invece del consueto ritornello della necessità di nuove carceri farebbe meglio a implementare risorse per il personale della polizia penitenziaria e degli educatori”.

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