Piano Strutturale di Firenze: via libera dalla Provincia.
Pressioni di Confindustria sul PD

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 aprile 2009 22:53
Piano Strutturale di Firenze: via libera dalla Provincia.<BR>Pressioni di Confindustria sul PD

Firenze - Il Consiglio provinciale ha approvato con 20 voti a favore e 9 contrari la ratifica dell’accordo di pianificazione relativo all’approvazione del Piano Strutturale del Comune di Firenze e contestuale variazione al Piano territoriale di coordinamento provinciale della Provincia di Firenze. A sei giorni dal termine del mandato, la Giunta ha portato in consiglio la delibera sulla “conformità” del Piano Strutturale di Firenze allo strumento urbanistico provinciale (Piano Territoriale di Coordinamento) per consentire a Palazzo Vecchio di poterlo approvare entro il prossimo 22 aprile, ultimo giorno utile.
L’approvazione del Piano Strutturale non è affatto scontata: lunedì 20 aprile mobilitazione in Palazzo Vecchio di tutte le realtà politiche e sociali che da anni si battono per fermare questo Piano Strutturale.

L´invito é a sospendere l’iter di approvazione del piano strutturale. A lanciarlo è la capogruppo di Unaltracittà/Unaltromondo Ornella De Zordo, in una lettera inviata al Sindaco di Firenze Leonardo Domenici, al Vicesindaco Giuseppe Matulli e a tutti i consiglieri comunali. La lettera fa riferimento all'appello per fermare il piano, lanciato nei giorni scorsi dal gruppo urbanistica di Per Unaltracittà, che ha già raccolto centinaia di adesioni. Hanno già firmato, fra gli altri: Paolo Baldeschi, Giorgio Pizziolo, Sergio Brenna, Paolo Berdini, Edoardo Salzano, Alberto Asor Rosa, Pier Luigi Cervellati, Leonardo Rombai, Vezio De Lucia, Gianfranco Di Pietro.

Sempre per scongiurare l'approvazione del piano strutturale, lunedì 20 alle ore 15 sotto Palazzo Vecchio si terrà un presidio animato da architetti e urbanisti.
"Non è un atto di ordinaria amministrazione, come lo ha presentato in modo pilatesco l’Assessore Nigi (nella più totale assenza del Presidente Renzi e senza alcun intervento di merito del PD!): il Piano Strutturale è lo strumento basilare per la gestione del territorio e proprio su questo è maturata la crisi della Giunta Domenici e della sua maggioranza con tanto di intervento della magistratura (Novoli, Castello), dimissioni dell’Assessore all’Urbanistica e dell’Architetto responsabile.

Urbanistica contrattata, questione morale, volumetrie, grandi opere mentre i bisogni sociali, a partire dal diritto alla casa, rimangono sempre più sacrificati di fronte agli interessi forti del cemento -commentano dal Gruppo del PRC- Buon senso e rispetto per il voto amministrativo del prossimo giugno avrebbero consigliato di consegnare le future scelte al prossimo consiglio comunale, considerata la necessità di rivedere profondamente la politica urbanistica e ripristinare il primato degli interessi pubblici e della tutela del territorio.

Come succede ormai da tempo, non sarà il Piano Strutturale di Firenze che si conforma al PTC, ma al contrario sarà questo che si adegua al primo, introducendo modifiche per consentire scelte contestate come la Circonvallazione Nord (il cosiddetto tubone), il viadotto Marco Polo e la nuova urbanizzazione di viale Nenni. Viene così a mancare il ruolo sovraordinato e di controllo nella gestione del territorio dello strumento urbanistico provinciale che non a caso è in corso di revisione".
"Il rilancio delle principali aree urbane europee è passato anche dalla riqualificazione e dal riuso di intere aree dismesse -interviene il Presidente di Confindustria Firenze, Gentile- e non è pensabile che in una città del valore ambientale di Firenze ci siano zone o strutture che versano da anni in stato di totale abbandono e degrado; patrimoni anche ingenti, ma inutilizzati da tempo e sottratti alla possibilità di farne occasioni di valorizzazione, sviluppo e lavoro.

E non dimentichiamo che il degrado genera degrado. Ma per questo ci vogliono strumenti certi di programmazione urbanistica; quegli strumenti, cioè, che i ritardi della politica non hanno prodotto per Firenze. E il vuoto delle regole scoraggia chiunque voglia investire sul nostro territorio".
L´Area Comunicazione di Confindustria Firenze ha fatto circolare un´inconsueta nota stampa sull´ex Panificio militare di Firenze a firma di alcune societá a responsabilitá limitata direttamente interessate all´operazione immobiliare (Rubens Immobiliare Srl, Alfieri Srl, Cassis srl., Euro Srl., Fase Srl., La casa Srl., Compagnia Resort+Villa Srl., S.

Croce 2010 srl): "Confessiamo il nostro stupore nel leggere certe entusiastiche dichiarazioni dell’ex assessore all’urbanistica Gianni Biagi e del presidente della Commissione urbanistica Antongiulio Barbaro di fronte alla sentenza del TAR sull’ex Panificio militare di Firenze. E troviamo quantomeno singolare che venga espressa soddisfazione perché, in totale assenza di programmazione, alcuni imprenditori, che avevano accettato la sfida lanciata dal comune di riqualificare l’area del panificio con il progetto di una firma internazionale dell’architettura, dopo sei anni dall’acquisizione dell’area, abbiano dovuto rinunciare di fronte all’inspiegabile latitanza del Comune.

Troviamo fuori luogo commentare le sentenze coi facili entusiasmi, soprattutto in questo caso, dove le responsabilità sono da ricercare nell’incapacità di decidere e programmare da parte di chi detiene queste funzioni per legge. E siamo costretti a registrare un vizio ricorrente di certa politica che non decide e preferisce le dichiarazioni sui giornali, piuttosto che dedicarsi allo sviluppo delle idee e alla programmazione necessaria. Non si capisce francamente cosa ci sia da entusiasmarsi per il blocco del recupero di una area dismessa da anni, che rischia di diventare l’ennesima occasione perduta nella riqualificazione della nostra città.

Preferiremmo vedere più entusiasmo quando si tratta di dedicarsi allo sviluppo con programmi concreti, consentendo alle imprese di investire su Firenze. Siamo convinti che spetti al pubblico il ruolo di pianificare e programmare lo sviluppo e il riuso della città; ma crediamo che questo non possa avvenire né a discapito degli investimenti privati, né contro la legittima attesa, da parte di imprese e cittadini, in una politica che svolga il proprio ruolo in modo efficiente e in tempi ragionevoli.

L’attuale stato della pianificazione, ovvero la sua assenza totale, è un limite per lo sviluppo della città; e in questo momento di crisi c’è davvero ben poco da felicitarsi".
"La PDL 334, legge di semplificazione di ordine normativo licenziata dalla Giunta Regionale, nasconde un regalo per le mega - sale cinematografiche multiplex". Ad affermarlo è Legambiente Toscana. "Nella parte di legge relativa a disposizioni in materia di autorizzazione all'esercizio cinematografico si apre alla "liberalizzazione selvaggia" dei cinema multiplex" - dichiara Piero Baronti, Presidente di Legambiente Toscana.

" Con questa proposta di legge si verifica la completa rinuncia della Regione alla propria potestà programmatoria in termini di autorizzazioni all'apertura di sale cinematografiche. Si affiderebbero le competenze ai Comuni con conseguenze facilmente prevedibili, andrebbe completamente in fumo un tentativo di programmazione sul territorio e si lascerebbe spazio ad operazioni immobiliari che portano al loro interno nuovi multiplex con conseguenze irreparabili per i cinema di paesi, città e quartieri.

"Va bene dare ai comuni la normale programmazione cinematografica ma i multiplex devono rimanere competenza della Regione"- insiste il Presidente di Legambiente - " in caso contrario si potrebbero verificare casi simili a quello dell'area fra Firenze e Prato dove sono nati o stanno nascendo nello spazio di 20 km tre megasale con 43 schermi che hanno portato alla chiusura di decine di cinema di quartiere con conseguente desertificazione cinematografica e culturale. Come se non bastasse a Firenze il Comune spinge a fare la sanatoria per il multiplex di Novoli, sottoposto a sequestro per abuso edilizio, che potrebbe, se dissequestrato, completare i lavori e aprire ulteriori nove schermi e dare cosi il colpo di grazia definitivo ai rimanenti cinema fiorentini" - conclude Piero Baronti.

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