Matulli al convegno Sviluppi della Creatività: l'E-democracy è una grande risorsa, ma che non garantisce esiti positivi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 novembre 2005 12:44
Matulli al convegno <I>Sviluppi della Creatività</I>: l'E-democracy è una grande risorsa, ma che non garantisce esiti positivi

"Stiamo vivendo una rivoluzione sperata, ma non abbiamo garanzie che si realizzi positivamente. E' in crisi la rappresentanza politica di una società che non ha più una dimensione industriale di massa -con queste parole Giuseppe Matulli, Vicesindaco del Comune di Firenze, ha aperto stamani l'incontro pubblico Sviluppi della Creatività e reti di condivisione del cambiamento in corso al Gabinetto Vieusseux (Palazzo Strozzi), per iniziativa dell'Open Network for New science.
Secondo il Vicesindaco le nuove reti digitali animano la trasformazione il contesto sociale: "Firenze ha perso in dieci anni 100.000 abitanti e non fa eccezione alle altre città italiane, che si sono ridimensionate in media del 25%.

La crisi del sistema economico basato sulla produzione industriale può essere risolta dando risposta anche a due problemi della Politica.
La rappresentanza politica non è più fondata su base ideologica (partiti, sindacati, ecc.). Alle ultime consultazioni amministrative della nostra città sono state presentate 27 liste diverse, senza dilungarci sull'evidenza del proliferare dei comitati spontanei. Ecco affiorare l'altra questione: la socializzazione di problemi.
Governando la mobilità fiorentina, mi rendo conto che l'unico luogo di confronto è quello dei media, perché all'interno dei partiti il dibattito è insufficiente".
"L'E-democracy è uno strumento, ma non ci garantisce gli esiti -ha ribadito in conculsione Matulli- teniamo ben presenti anche i rischi di questa risorsa.

Che la telematica non funzioni come la televisione, che è ormai strumento di dominazione psicologica! La risposta è l'interattività, per realizzare il momento comunitario del confronto. Abbiamo a disposizione straordinarie opportunità. Nessuno si illuda che il successo sia automatico. La nostra speranza è che si dibattà di più sui temi della scienza, si discuta di più di globalizzazione, consegnando alla storia ciò che, solo storicizzato, potrà continuare a darci risposte sul futuro".
E' stata poi la volta di Fulvio Obici, dirigente del Ministero dell'Università e della Ricerca scientifica, che ha posto la questione del coinvolgimento dei giovani nei processi di sviluppo della scienza e dell'economia: "Non abbiamo speranza se non riusciamo a coinvolgere su questi temi le generazioni più giovani -ha spiegato Obici- è l'Unione Europea a ricordarci tutti i giorni che il nostro paese deve essere in grado di coinvolgere tutti gli attori della società nelle proprie scelte".

E, per esemplificare la forza e la voglia di partecipare dei ragazzi italiani, il rappresentante del Miur ha portato ad esempio la manifestazione dei giovani calabresi a Locri.

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