Si è conclusa ieri pomeriggio, con la visita all’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Montelupo Fiorentino, la visita di due giorni in Toscana del Comitato Carcere della Commissione Giustizia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 gennaio 2005 00:20
Si è conclusa ieri pomeriggio, con la visita all’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Montelupo Fiorentino, la visita di due giorni in Toscana del Comitato Carcere della Commissione Giustizia

I parlamentari hanno focalizzato la loro attenzione innanzitutto sul primario ed imprescindibile problema del sovraffollamento che accomuna tutti gli istituti di pena e che incide negativamente su tanti aspetti del complesso sistema carcerario.
“L’istituto di Sollicciano, ad esempio,” ha riferito l’on. Enrico Buemi (SDI), “è stato pensato per circa 400 detenuti, mentre ne ospita attualmente più di 900. In queste condizioni diventa assai difficile assicurare la possibilità di lavoro ai carcerati, come richiedono a gran voce gli stessi e come riconosciuto anche dalla legge Smuraglia”.
Ma il sovraffollamento ha pesanti ripercussioni anche sul livello di assistenza sanitaria all’interno del carcere e sulla possibilità di predisporre programmi rieducativi e di recupero delle persone ivi recluse.
Particolarmente significativo è stato poi l’incontro con le organizzazioni di categoria del personale di sorveglianza e di polizia penitenziaria, tenutosi nel Carcere di Arezzo.

Qui è emersa con forza la situazione di gravissima inadeguatezza degli organici. I rappresentanti del personale carcerario hanno evidenziato che senza gli opportuni investimenti volti a riequilibrare il rapporto tra numero di detenuti e di personale, è difficilmente pensabile un qualsiasi miglioramento del funzionamento del pianeta carcere.
“La Toscana è da sempre terra di grande civiltà giuridica” ha affermato l’on. Magnolfi “Ed infatti alcuni segnali positivi vengono soprattutto dalla proficua collaborazione con gli enti territoriali come comuni e regione.

Nonostante ciò è indispensabile a livello centrale una più efficace politica carceraria che riparta da interventi strutturali ed investimenti consistenti per fare in modo che il sistema carcerario del nostro paese risponda davvero all’obiettivo di rieducazione che la nostra Costituzione gli assegna”.

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