ieri incontro del direttore generale dell'ASL 10 con il Comitato per l’uso pubblico e sanitario dell’ex Sanatorio Banti ì

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 ottobre 2004 14:45
ieri incontro del direttore generale dell'ASL 10 con il Comitato per l’uso pubblico e sanitario dell’ex Sanatorio Banti ì

Un incontro lungo, disteso e cordiale quello accordato martedì pomeriggio al Comitato per l’uso pubblico e sanitario dell’ex Sanatorio Banti e all’Associazione di volontariato Idra dal nuovo direttore generale dell’ASL 10 ing. Luigi Marroni, accompagnato dal direttore della U.O. Gestione patrimoniale dr. Paolo Benini. In oltre un’ora di colloquio a Santa Maria Nuova, Alfea Federici, Gina Pratesi, Giuseppe Nencini, Carlo Francini e Girolamo Dell’Olio hanno illustrato – insieme alla dott.ssa Patrizia Fondelli, che ha collaborato anche alla redazione del documento consegnato alla direzione dell’ASL - sette opzioni concrete di utilizzazione dell’ex Sanatorio di Pratolino (Vaglia), autentico gioiello di famiglia dell’Azienda, capolavoro dell’architettura sanitaria del Novecento, incastonato nella memoria collettiva di generazioni di toscani, immerso nel polmone verde di Monte Morello da cui domina Firenze e la sua piana:
· residenze sanitarie assistenziali (RSA);
· centri diurni semiresidenziali;
· strutture post-degenza intermedie fra ospedale e abitazione;
· servizi integrativi di diagnostica;
· un poliambulatorio;
· attività di formazione sanitaria;
· attività di educazione alla salute e di educazione ambientale.

Si tratta - scrivono Comitato e Associazione nel documento - di rispondere a una domanda sociale di salute, assistenza e prevenzione che è ogni giorno crescente e può trovare risposte adeguate e di qualità in un bene pregiato come il Banti, che già ci appartiene, legato alla migliore tradizione terapeutica.

Sarebbe un vero disastro svenderlo oggi e doverlo riacquistare domani, se si confermeranno le attuali linee evolutive della domanda sanitaria nell’area fiorentina, in quella metropolitana Firenze-Prato-Pistoia e in quella mugellana. E’ infatti a queste diverse scale che vanno considerate le nuove esigenze derivanti dalle dinamiche migratorie e dall’invecchiamento tendenziale della società. “La crescente medicalizzazione delle patologie geriatriche – scrivono Comitato e Idra - determina un aumento degli anziani non autosufficienti, e questo fenomeno si scontra con una oggettiva carenza di strutture.

Da ciò il ricorso sempre più massiccio alla figura dei/delle badanti, che porta come conseguenza un aggravio economico per i bilanci familiari”, mentre “là dove il sostegno resta direttamente a carico della famiglia si registrano fenomeni di disturbo relazionale e di disagio”. Mentre si osserva una diminuzione delle strutture ospedaliere sul territorio, prosegue la nota, “il fenomeno dell’aumento della popolazione dovuto ai flussi immigratori sempre più intensi aggrava l’insufficienza delle strutture sanitarie, e soprattutto produce una sorta di “relativizzazione” delle problematiche della popolazione residente, a favore di quelle accusate da una utenza immigratoria in difficoltà”.

E’ altresì vero che, se le moderne esigenze di funzionalità del servizio ospedaliero escludono che i nosocomi possano farsi carico delle delicate esigenze di assistenza che possono far séguito all’ordinaria degenza ospedaliera, “ancora una volta, e più frequentemente nella terza età, le famiglie non sono in grado di assicurare a questa tipologia di dimessi dall’ospedale una transizione agli standard normali di vita e di relazione”.

L’ing. Marroni e il dott. Benini hanno ascoltato con attenzione e hanno espresso apprezzamento per le argomentazioni e le proposte dei cittadini, che sulla piattaforma di un ripristino dell’uso pubblico e sanitario del Banti hanno raccolto oltre 8.000 firme.

Hanno spiegato che tuttavia, in assenza di indicazioni innovative da parte del piano sanitario della Regione Toscana le proposte avanzate – ancorché sensate e pertinenti – non possono trovare soddisfazione nel quadro programmatorio esistente. L’ing. Marroni ha assicurato che scriverà comunque nei prossimi giorni all’assessore al Diritto alla Salute Enrico Rossi prendendo spunto dai contenuti dell’incontro avuto con il Comitato e con l’Associazione, e ha accordato loro l’autorizzazione ad effettuare visite guidate all’interno della struttura del Banti – richieste perché possa essere meglio conosciuta e apprezzata anche dai decisori politici – a beneficio dei gruppi consiliari regionali che ne hanno fatto richiesta: il dott.

Benini ha offerto cortesemente la propria disponibilità ad accompagnare le delegazioni interessate.

Idra e Comitato intendono infatti continuare a promuovere ogni possibile sollecitazione su Palazzo Panciatichi e sulla Giunta regionale affinché sia riconsiderata – all’interno del prossimo Piano sanitario – la discutibile scelta di alienare un bene storico così importante e prezioso, sorto grazie a una lungimirante donazione della principessa Maria Demidoff negli anni Trenta all'allora “Istituto Nazionale Fascista della Previdenza Sociale”, che ne destinava l’uso alla tutela della salute.

“Non possiamo che deplorare – scrivono nel documento i cittadini, riferendosi a certe recenti proposte di privatizzazione del complesso - l’apparente frettolosità e sommarietà di giudizio dimostrata da chi dichiara che l’unica soluzione socialmente vantaggiosa per un bene storico di qualità come il Banti sarebbe – paradossalmente - la sua degradazione a oggetto di mercato, e di fatto – temiamo - la sua liquidazione a pro di interessi privati speculativi. Deploriamo inoltre che si presentino come opportunità positive i posti di lavoro che deriverebbero da un uso privatistico del complesso, residenziale o ricettivo.

E’ del tutto evidente infatti quanto incommensurabilmente più cospicue e socialmente utili siano le ricadute occupazionali legate all’attuazione di scenari come quelli da noi ipotizzati”. E concludono: “Solo da una valutazione comparativa seria e completa dei costi e dei benefìci sociali derivanti dal godimento pubblico dell’ex Sanatorio Banti, o viceversa dalla sua ‘valorizzazione’ speculativa, può discendere a nostro avviso una decisione saggia, equilibrata e conveniente”.

L’ing.

Marroni ha accolto infine la richiesta, formulata dal Comitato e da Idra, di essere riconvocati per una verifica dei risultati delle prossime iniziative, e comunque prima che sia formalmente assunta una qualsiasi scelta definitiva. Da parte loro, i rappresentanti dei cittadini hanno inteso porgere all’ing. Marroni un sentito ringraziamento per la sensibilità prontamente dimostrata alle loro istanze, nonostante il suo insediamento alla direzione dell’ASL risalga soltanto a sei mesi fa.

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