Sportelli unici: un'opportunità per le imprese

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 gennaio 2004 18:52
Sportelli unici: un'opportunità per le imprese

SAN GIOVANNI VALDARNO (AR)- Gli sportelli unici per la attività produttive, front-office anche telematici a cui le imprese possono rivolgersi quando hanno a che fare con la pubblica amministrazione, sono già da alcuni anni una realtà in diversi comuni e province della Toscana. Ma in molti altri ancora mancano. “Siamo in una fase avanzata di cantierizzazione. La sfida che vogliamo raccogliere – ha sottolineato oggi a San Giovanni Valdarno, in un convegno sullo sburocratizzazione promosso dal Comune, l’assessore all’organizzazione della Toscana Carla Guidi - è evitare che questi sportelli si riducano a tante realtà a se stanti ma diventino parte di una rete capace di dialogare e scambiarsi informazioni, utili strutture di consulenza al servizio del cittadino.

Questo è l’obiettivo della Regione”.
Formazione permanente, monitoraggio continuo ma anche una regia che con metodi di governance diffonda standard condivisi: ingredienti di buone pratiche che sono stati richiamati anche dal professor Massimo Morisi dell’università di Firenze, pure lui oggi a San Giovanni. Presenti anche i professori Paolo Caretti e Alberto Del Bimbo. Sono già un’ottantina i Comuni in Toscana che hanno aderito al progetto sugli sportelli unici della Regione, cinque le province ed una quindicina gli altri enti coinvolti.

Ma tutta la rete regionale ne potrà beneficiare. Primo passo: dotarsi del medesimo software e di standard condivisi, appunto. La gara è già partita, entro il 2005 l’adeguamento tecnologico dovrebbe essere completo. Seconda parte del progetto: ragionare assieme per semplificare procedure ed iter burocratici, in modo da rendere la vita ai cittadini e alle imprese ancora più facile. A San Giovanni Valdarno uno sportello unico per le attività produttive è stato aperto lo scorso luglio, a Montevarchi funziona da oltre un anno e mezzo così come nella Comunità montana di Pratomagno e del Casentino.

Manca invece ad Arezzo e a Bucine.
“E-government – ha spiegato l’assessore Guidi - non significa solo adeguamento tecnologico. La nuova tecnologia è un opportunità, ma va riempita di contenuti. Presuppone inoltre un diversa organizzazione ed un diverso modo di ragionare”.
“Il sistema – ha aggiunto - che vogliamo contribuire a realizzare insieme ai Comuni, alle province e di concerto anche con le associazioni delle categorie economiche e delle libere professioni coinvolte, si pone l’obiettivo di supportare gli operatori di sportello nelle attività di front-office, tracciare e monitorare lo stato delle pratiche per informare gli utenti o le altre amministrazioni sul loro stato di avanzamento, razionalizzare le procedure, uniformandole e coinvolgendo in questo processo anche gli uffici e le agenzie regionali sul territorio, oltre agli uffici periferici dello Stato.

Fare sistema insomma, parlando tutti uno stesso linguaggio che sia il più possibile comprensibile per i cittadini ed in grado di dare risposte veloci: in tempo utile”. Efficacia, efficienza e governo elettronico, che può annullare tempi e spazi. In Toscana l’83 per cento delle famiglie che possiede un computer naviga su Internet, il sito della Regione è tra le pubbliche amministrazioni il più visitato in Italia dopo quello del Comune di Roma. Anche se 781 mila famiglie della regione (il 55 per cento) non ha un computer è comunque un dato positivo.

Per l’e-government ed il suo progetto e-Toscana la Regione, dal 2003 al 2005, ha previsto 52 milioni di euro: la metà con risorse proprie. (wf)

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