Martedì 2 (ore 21) Pippo Delbono al Teatro Pacini di Pescia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 novembre 2003 19:37
Martedì 2 (ore 21) Pippo Delbono al Teatro Pacini di Pescia

Anche il Teatro Pacini di Pescia aderisce, con la serata di martedì 2 dicembre, alla Festa della Toscana “Tutti diversi”, nell’ambito della rassegna “Storie di ordinaria diversità” organizzata da Fondazione Toscana Spettacolo. E lo fa con uno spettacolo importante, non solo per l’alto valore teatrale, ma soprattutto per il forte contenuto sociale, Barboni di Pippo Delbono, che ha tra i suoi interpreti un pistoiese doc, Piero Corso.
Quello di Delbono è “un teatro essenziale, scena nuda che si crea soltanto grazie all’azione degli attori, attori che non recitano ma semplicemente ‘sono’, e che sempre di più va a coincidere con la vita”.

E Barboni, più di tutti risponde a questo assioma, anche per la particolare natura, composita, come sottolinea lo stesso Pippo Delbono: “Nell’arco delle ultime esperienze di lavoro della compagnia ho incontrato alcune persone che vivono l’arte non come ‘mestiere’, ma come esperienza fondamentale per la loro stessa sopravvivenza. Per queste persone l’espressione artistica non è un lavoro, una routine, ma una necessità di vita. Ora, in questo spettacolo, ho voluto creare un incontro fra due popoli di ‘barboni’: noi della compagnia (io, Pepe, Gustavo, Lucia, Pierino, Elena, Simone… persone che seguono il nostro lavoro da diverso tempo) che da sempre, per indole, per scelta o per vocazione (o per tutte queste cose insieme) viviamo un po’ ai margini di quello che è tutto il movimento teatrale italiano, portando avanti un discorso esclusivamente poetico e artistico totalmente fuori da discorsi di politica, scambio mercato o altro, e i ‘barboni’ che ho incontrato (Bobò, Mr.

Puma, Armando…) con cui si è creato un legame, una poesia… Ecco, riunire queste esperienze e raccontare di quelle persone che, come barboni (e come noi), vivono l’arte come unica ragione per essere, per avere un’identità, per vivere…”.
Infatti, all’origine dei suoi spettacoli c’è una sete di realtà – la realtà delle persone. Ci sono la passione e la morte, il dolore, l’ingiustizia ma anche una felicità piena – la pienezza di esistere.

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